Oggi cari lettori, incontriamo Daniele Dupuis, in arte Megahertz, polistrumentista, autore, compositore produttore e cantante. La sua passione per gli strumenti elettronici analogici, come il Theremin e il Moog, è palpabile fin dagli esordi.
Nasce artisticamente nel 2002 e inizia così l'approccio live nei club dove propone brani inediti come live performer con spettacoli di piano, voce e dj set elettronico. Nel 2003 inizia la collaborazione, che continua tutt'oggi, con Marco Morgan Castoldi, sia in studio che live. Segue negli anni una carriera che lo porta a collaborazioni importanti (Bluvertigo, Battiato, Versus, Lele Battista Pezzali, Cristiano De Andrè, Max Gazzè, Coccoluto-Saturnino MHz “Menage a trois, Super Band X Factor Carnevale – Poggipollini – Garrincia - MHz). Ha collaborato come producer con Giorgio Moroder, ha realizzato remix dei brani di Battiato, Giuni Russo, Sabrina Salerno, opere di musica-teatro e colonne sonore per il cinema (il Caso dell’infedele Klara). Con i suoi show si esibisce anche nel circuito elettronico europeo nei club di Londra, Parigi, Vienna, Varsavia, Zurigo, Berlino.
Nel 2004 esce il suo album di debutto "Estetica". Nel 2008 apre uno studio di registrazione nella sua città natale, Padova, dedicandosi alla produzione e al remix di altri artisti. Ha messo la sua impronta creativa su una varietà di progetti, contribuendo all'arrangiamento e alla produzione sonora.
A gennaio presenterà per la prima volta il progetto AtomKraft, prodotto da MHz L@b e composto da Megahertz insieme al musicista Alberto Pauletto. Si tratta della trasposizione della musica dei Pink Floyd in una rivisitata chiave elettronica, con l'obiettivo di avvicinarla a un pubblico amante delle atmosfere psichedeliche della band e, contemporaneamente, alla ricerca di un rinnovamento musicale attraverso un suono elettronico moderno. Uno spettacolo unico nel suo genere e di sicuro di grande impatto: un'esperienza immersiva che catapulta lo spettatore in una dimensione onirica sulle atmosfere elettroniche, seguendo la linea della forma e scrittura della canzone pinkfloydiana, 75 minuti eseguiti in un continuo divenire senza pause. Lo spettacolo avrà la sua "data zero" il 5 gennaio alle ore 21:00 presso l’Auditorium dell’Assunta a Rubano (Padova).
Domanda iniziale per presentarti ai nostri lettori: chi è Megahertz? Spiegaci come nasce il tuo nome d’arte e come ti sei avvicinato alla musica elettronica per la prima volta.
Megahertz è il musicista ma anche tutto quello che riguarda la mia produzione musicale, ad oggi diventata MHz L@b. Il nome è un chiaro riferimento all’unità di misura della frequenza utilizzata molto in acustica e elettronica. Il nome è nato nei primi anni 2000 dopo una serata live quando ancora suonavo come Daniele Dupuis, dopo il live con un caro amico dj stavamo parlando del nuovo lavoro degli Air 10.000 HZ Legend, da lì a cucirmi addosso il nome Megahertz è stato un attimo.
Per quanto riguarda la musica elettronica non possiamo parlare di un avvicinamento per la prima volta perché la musica elettronica era nel mio dna fin dai primi ascolti in famiglia (Battiato, Vangelis, Kraftwerk, Moroder) e più in generale tutte le tastiere elettroniche di cui la musica anni 80 ne è piena.
Ci sono libri, film o altre forme d'arte che ti hanno influenzato profondamente e che in qualche modo hanno un collegamento con la tua musica?
Per i film adoro Alfred Hitcock per le musiche di suspense che coinvolgono a pieno lo spettatore, ma trovo di grande ispirazione umana anche tutta la filmografia di Totò per la capacità di rappresentare l’essere umano nelle sue forme più spontanee ma al tempo stesso profonde (o profane?), trovo che questo modo di rappresentare diretto sia molto in sintonia con il mio modo di intendere la musica e quello che deve fare.
Quali album o artisti ami specificamente per il loro suono? So che uno dei tuoi miti è Roger Waters ma a parte lui, c’è qualcuno che ti ispira particolarmente in questo periodo?
Come già detto per tutta la mia parte di ispirazione elettronica i Kraftwerk, JB Dunkell, Battiato, ma anche i classici Beethoven, Mozart fino agli U2 e l’immortale David Bowie.
Come descriveresti il tuo stato mentale ideale per produrre una nuova composizione e che cosa lo favorisce? E, al contrario, quali sono le distrazioni che possono ostacolare questo processo?
L’ispirazione arriva da sola nei momenti di serenità ed io la colgo e cerco di trasformarla in linguaggio sonoro, non so dire se esista una formula di preparazione, parafrasando Vasco “le mie canzoni nascono da sole”. Non sono solito subire distrazioni quando creo perché intorno a me, in quei momenti, non esiste altro…ed anche perché scrivo e produco principalmente nelle ore notturne, avvolto da quella atmosfera onirica con una sensazione di un tempo dilatato e senza lo stress sbagliato della giornata.
A breve presenterai lo spettacolo Atomkraft ispirato ai grandi Pink Floyd. Raccontaci come hai iniziato a collaborare con il musicista Alberto Pauletto e come è nata l’idea di creare questo show. Vuoi darci qualche anticipazione?
Atomkraft è un progetto che da tempo mi girava per la testa, dovevo solo trovare l’occasione per mettere tutta la produzione in concreto. La collaborazione con l’amico Alberto Pauletto è nata anni fa e in più occasioni abbiamo lavorato con grande soddisfazione insieme, mi sembrava la spalla ideale per dare vita a questo progetto di produzione musicale data anche la sua bravura come performer live e le qualità di musicista. A differenza delle mie altre performance live non sarò io la voce ma mi occuperò della musica quasi a 360°, una sorta di produttore musicale sul palco, stiamo lavorando per rendere questo spettacolo ancora più “pink floydiano” con una regia luci dedicata e inserendo proiezioni visual durante l’esecuzione, una sorta di spettacolo immersivo e suonato per intero senza pause.
Nella scelta del nome Atomkraft sembra spiccare anche un rimando ad altri musicisti pionieri ed innovatori della musica elettronica, i Kraftwerk, o sbaglio? Cosa rappresentano per te?
I Kraftwerk sono per me l’essenza della vera musica elettronica una colonna portante del mio “musical pensiero e azione”, il nome del progetto fa riferimento anche all’album dei Pink Floyd "Atom Heart Mother" del 1970.
Ogni volta che sei sul palco il pubblico viene catturato da uno strumento particolare, una scatola magica chiamata theremin che permette di suonare la musica senza toccare nulla, prendendo i suoni dal campo elettrico creato dalle antenne che lo compongono e quindi si può dire che suoni la musica dell’etere. Come hai scoperto lo strumento e imparato a padroneggiarlo?
L’ho visto suonare live per la prima volta dal thereminista di Sébastien Tellier in apertura ad un concerto degli Air e mi ha subito rimandato alle atmosfere degli anni 80, quando poi ho iniziato lavorare con Morgan ho deciso che sarebbe stato uno degli strumenti da suonare nelle nostre produzioni. Tuttora nelle mie serate live non manca mai, anche con dei brani fuori programma che il pubblico apprezza sempre, tanto da inserirlo in un altro mio progetto live chiamato Mr. Pokarovb con l’amico chitarrista Marco Carusino.
Mi vorrei soffermare su una cosa che non tutti condividono ovvero la tecnologia per fare musica. In termini di meccanismo di feedback tra tecnologia e creatività, secondo te, in che cosa eccellono gli umani e in cosa le macchine?
Il concetto dell’uomo macchina prevede che ci sia sempre la predominanza dell’uomo sullo strumento e non viceversa, certo la tecnologia ci permetterà di migliorare e forse anticipare i tempi ma non sostituirà mai la creatività umana, resterà un evolutissimo esecutore, un raffinato supporto, un alleato prezioso ma non avrà mai un talento ( a differenza dell’Uomo).
Nel 2008 hai aperto il tuo attuale studio musicale ma in precedenza era un altro il luogo dove producevi musica. Puoi parlarci di queste due realtà distinte?
Posso dirti che, oggi, mi sono evoluto dallo studio luogo di lavoro” alla “casa studio”. Mi sono quindi spostato in un appartamento dove ho ricreato gli spazi del mio mondo anche quotidiano, la cucina, la camera da letto, il bagno, accanto alla sala riunioni e sala registrazione, dando di fatto vita ad una casa musicale costruita intorno a me.
Come scegli i suoni per creare le tue composizioni?
Molto dipende dall’affinità del momento e dal brano che sto producendo, alcuni suoni entrano in risonanza in me e nel mio lavoro, altri passano via senza suscitare emozioni, altre volte cerco di riprodurre un suono che mi gira per la testa e di definirlo mettendo mano agli strumenti.
Tra tutte le tue creazioni musicali, quali ritieni siano le più rappresentative di Megahertz oggi e perché?
Senza dubbio sono molto legato all’album Estetica, perché oltre a farmi conoscere a molta gente, rappresenta una produzione musicale che anche oggi è attuale. Per il resto posso dirti che le mie creazioni musicali più rappresentative sono quelle che ancora devono venire.
Considerando l'arte come un dialogo tra l'artista e il pubblico, vorrei approfondire il tuo punto di vista sul peso e l'importanza della risposta del pubblico nella tua pratica musicale. In che modo le reazioni e le percezioni del pubblico influenzano le tue scelte creative e la tua connessione emotiva con la musica che crei?
Come diceva David Bowie “non suonare mai per chi ti ascolta”, il pubblico partecipa alla tua musica, la apprezza oppure rimane indifferente, il talento è quello di saper arrivare con la tua musica a più persone e non scrivere su commissione o secondo gusto altrui. Citando ancora il Duca bianco “per un artista è terribilmente pericoloso soddisfare le aspettative degli altri".
Guardando al futuro, ci sono nuove direzioni o sperimentazioni sonore che hai in mente?
Oltre al progetto AtomKraft sto lavorando ad una rivisitazione elettronica di alcuni compositori della musica classica e la riedizione dei brani passati dei Versus (il mio storico gruppo).
Hai in programma nuove uscite musicali e/o video dei tuoi ultimi lavori?
In primavera usciranno delle novità sia per la produzione che per lo stile MHz ancora più maturo e raffinato nei suoni, inoltre sto lavorando ad un progetto chiamato “Essentia” sul quale vige il massimo silenzio ma sarà una bomba musicale internazionale con collaborazioni musicali e di produzione di alto livello.
Oltre al progetto AtomKraft, sei coinvolto in altre iniziative musicali?
In cantiere ci sono altre produzioni sia come musicista che come produzione artistica ma non posso essere più specifico dato che mi hanno chiesto la massima riservatezza.
Se per un attimo ti fermassi a pensare alla tua musica come una metafora, quali immagini, colori, forme particolari o altri dettagli ti vengono in mente? Come descriveresti la tua musica?
Al momento non riesco a fermarmi e pensare alla mia musica “da fuori”, forse un giorno avrò tempo modo e volontà di farlo, per ora sento che devo ancora inserire forme, colori esperienza e note al mio viaggio.
Chiudiamo questa intervista con una domanda che siamo soliti fare a tutti: cos’è l’Arte e chi sono gli artisti?
Non mi definisco artista ma artigiano della musica, per me l’Arte è qualcosa di sublime, difficile da racchiudere in una sola definizione, diciamo che l’Arte è come un viaggio che va scoperto giorno per giorno, non un concetto ma un’esperienza di vita e l’artista è forse colui che più ricerca un way of life in armonia con questo viaggio.
Grazie Megahertz per averci dedicato il tuo tempo. Ti auguriamo un futuro pieno di traguardi e grandi emozioni!
Grazie a te per la chiacchierata e le domande che mi hai posto, è sempre stimolante poter parlare del proprio lavoro con chi conosce questo settore e raccontare cosa c’è dietro la musica, quella creata, quella suonata, quella vissuta .
Di seguito riportiamo tutti i link ufficiali dove poter seguire Megahertz:
https://www.instagram.com/megahertz.official
https://www.facebook.com/profile.php?id=100060538193359
Copyright © immagini, videoclip e musica di Megahertz, tutti i diritti sono riservati.
Intervista di Marianna L. per Art-Waves .
Add your comment