Roberto Arnone, in arte Diaspro, è un cantautore napoletano cresciuto nel quartiere Secondigliano. Sin da piccolo si è dedicato allo studio del canto e della chitarra spaziando tra diversi generi musicali. La sua curiosità lo ha portato ad ampliare gli orizzonti, passando dallo studio classico a quello più moderno, fino a laurearsi in Composizione di Musica Elettronica presso il conservatorio di Napoli San Pietro a Majella, ma restando sempre fedele al suo animo romantico e cantautoriale.
Ha sempre scritto canzoni ma mai nessuna lo aveva veramente soddisfatto, così fino al 2019, anno in cui morì il padre. Quell’evento ha rappresentato la svolta e l’esigenza di scrivere è diventata sempre più forte. Finalmente Roberto ha potuto trovare un linguaggio autoriale ed è proprio in quell’occasione che ha scritto il brano “Un foglio bianco” (ancora inedito), che segna la nascita del suo progetto musicale come cantautore e di cui fanno parte i primi 2 singoli: “Eterno” e “Mettiti in posa”, pubblicati nel 2023. Altri brani seguiranno entro la fine dell’anno e l’inizio del prossimo. Intanto sta già lavorando al successivo EP.
La sua vita non è stata semplice per niente e Diaspro più che un nome per lui è diventato un promemoria: il Diaspro è una pietra la cui simbologia è associata a caratteristiche che sente di aver fatto sue nel corso degli anni e dalle quali non vuole più allontanarsi, prima tra tutte il coraggio di prendere decisioni. Il suo futuro è tutto letteralmente da scrivere, chitarra in spalla e penna in mano.
Il primo è fonte di ispirazione continua. Da buon napoletano, i primi brani che ho imparato a suonare e cantare sono proprio i suoi. Grazie a lui ho iniziato a scrivere in napoletano e mi accorgo sempre di più, nei brani che scrivo in dialetto, che il suo ascendente su di me è davvero forte. Invece Ultimo mi ha insegnato il bello di essere imperfetto. Quando ho iniziato a scrivere canzoni in qualche modo cercavo sempre di dare un’immagine “perfetta di me, ma sono tutt’altro e, anche grazie alle sue canzoni, ho
Hai appena pubblicato i tuoi primi due singoli, "Eterno" e "Mettiti in posa". Di cosa parlano? Puoi condividere con noi l'ispirazione dietro questi brani?
In Eterno ho voluto raccontare la mia difficoltà nell’accettare i cambiamenti, la necessità di legarmi e affidarmi a cose che sembrano restare eterne. Il contesto generale è un amore nel quale ho paura di muovermi per la paura del futuro, da qui la frase “resto fermo per paura che sia tutto diverso per noi che solo ieri sognavamo l’immenso. Quando riascolto questa canzone capisco che se da un lato è lecito aver paura di ciò che sarà, dall’altro è bello scoprirlo. E comunque restare fermo non aiuta di certo.
Mettiti in posa, invece, l’ho scritta pensando a cosa sono per me i ricordi. Da sempre molti ho provato a cancellarli, ma non ci sono mai riuscito, per fortuna!
Dico “per fortuna" perché ogni esperienza è stata un passo che mi ha portato alla persona che sono oggi e, quindi, il mio invito è quello di imprimere ogni ricordo nella nostra mente, anche quello che sembra più doloroso, come una foto non a fuoco, venuta mossa, ma che vale lo stesso la pena scattare. Il brano
In tutti i nuovi brani l’unica cosa che davvero potete aspettarvi è di vedere me, sempre più vero, spero un po’ più maturo, ostinatamente romantico, ma sicuramente più forte e deciso.
Se per un attimo ti fermassi a pensare alla tua musica come una metafora, quali immagini, colori, forme particolari o altri dettagli ti vengono in mente? Come descriveresti la tua musica?
Che messaggio hai da dare ai giovani che hanno una forte passione artistica come te?
Chiudiamo questa intervista con una domanda che siamo soliti fare a tutti: cos’è l’Arte e chi sono gli artisti ?
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