Cari lettori, oggi abbiamo il piacere di incontrare Massimo Martulli in arte Maximarte.
Da sempre appassionato di musica, inizia a suonare la chitarra all’età di 13 anni, Maximarte fonda e suona in numerose band. L’ultimo lavoro in studio con la band Brahaman è del 2012 “Anche il più ottimista” che segue a 3 Ep.
Inizia la carriera di band assistant e tour manager nel 2010 collaborando con artisti del calibro di Afterhours, Manuel Agnelli, Diodato, Levante, Le luci della centrale elettrica, Vasco Brondi, Negrita, Patty Smith, Tony Hadley e un tour italiano con il corpo del Balletto di Mosca.
Incide il suo primo album solista electro-rock nel 2020 dal titolo “DyschoDark” con lo pseudonimo “Maximarte”, il primo della trilogia “Dyscho”, nel quale si trovano 3 canzoni presenti nel suo docufilm “The dark side of the show” ideato per i lavoratori dello spettacolo (2021) e disponibile sulle piattaforme streaming Rai Play e Amazon Video. Nello stesso anno apre la sua etichetta discografica “Accannone Records” con la quale pubblica numerosi artisti ed organizza per alcuni di loro importanti open-act per Baustelle, Marlene Kuntz e Deus. Maximarte è anche produttore artistico presso il Musical Box Studio di Vigevano (PV) per Keplero, Franco e la Repubblica dei Mostri, Hellbisciu, L.E.D., Brahaman, 2llee Dj, e molti altri. Attualmente al lavoro per il secondo album e secondo capitolo della trilogia che si intitola “DyschoMagic”, e ne ha già anticipato l’uscita, prevista il 9 giugno 2024, il primo singolo “Aldebaran” , disponibile su tutte le piattaforme dal 9 maggio 2024.
9 è il giorno in cui sono nato, 9 sono le tracce dell’album, 9 maggio esce Aldebaran e 9 giugno esce l’album. E’ un chiaro segnale che dovevo seguire questo numero. Oltre al n.23, il 9 è sempre davanti ai miei occhi…
Frankie e Gabriele sono due fratelli, ci unisce l’infinita passione per la musica e la fortuna di lavorare con essa.
Fare concerti oggi rimane ancora una cosa solida ed importante per gli artisti. Dando per scontato il talento che può rappresentarsi sotto infinite forme, visto che mi occupo di musica, dico sempre di suonare il più possibile dal vivo e se non si trovano gli spazi per farlo bisogna inventarseli e andare a cercarli! Quella è la vera essenza dei musicisti, il palco! Non bisogna cadere nel tranello dei social e dei numeri a tutti i costi. Se spacchi il culo la gente se ne accorge prima o poi. "It’s a long way to the top if you wanna rock n’ roll" cantavano gli Ac/Dc.
Tra elettriche ed acustiche ne ho 7, non c’è una preferita. Diciamo che per ogni piatto c’è sempre il giusto ingrediente. Ma incredibilmente per questo disco ho goduto come un pazzo a suonare il basso! Uno Spector degli anni ’80.
Risposta sempre difficilissima da dare, provo a spiegartela cosi: ho ascoltato sempre qualsiasi tipo di musica sin da quando avevo 12/13 anni, dal sentire cantare in casa mio papà con i classici della musica napoletana e i 45 giri dei Beatles, la scoperta dei Led Zeppelin per caso grazie ad un cugino, andare ad un concerto di Eric Clapton con mio zio a 14 anni, avere il compagno di banco delle scuole medie che mi da un bigliettino con scritto “devi ascoltare sta roba, ti fotte il cervello: Iron Maiden, Black Sabbath, Van Halen, Metallica, AC/DC. Inizia così poi ti do altri nomi…”. Poi un altro zio mi fece ascoltare in un pomeriggio “the dark side of the moon” e “The Wall” dei Pink Floyd e mi innamorai del suono di Gilmour, poi venni catapultato nella psichedelia distorta di Jimi Hendrix, poi ci fu l’avvento dei Run Dmc e Public Enemy e delle batterie elettroniche, poi già grandicello scoprii i Rolling Stones e quei riff di Keith Richards, e poi arrivò il Grunge che ci spazzò via.
Ho la fortuna di andare in tour con musicisti pazzeschi, semplicemente stare accanto a loro e confrontarci su qualsiasi argomento per me è una ricchezza incredibile che automaticamente si trasmette alla musica che faccio. Ho imparato tantissimo da tutti loro, da come si affronta un palco a come scrivere le canzoni e a produrle. Ma un piccolo sogno si è avverato quando nel 2012 Manuel Agnelli ha cantato “Superbia”, un brano presente nel disco della mia band di allora, i Brahaman. Immaginatevi cosa può aver voluto dire per me da grandissimo fan degli Afterhours vedersi avverare quel momento artistico e umano. BOOOOM! Indescrivibile.
"New Gold Dreams" dei Simple Minds, "Purple Rain" di Prince, "Ballate per piccole iene" degli Afterhours, "Licensed to ill" dei Beastie Boys, "Delicate Sound of Thunder" e "The Wall" dei Pink Floyd, "Are You Experienced" e "Electric Ladyland" di Jimi Hendrix, il primo album dei Black Sabbath, "Master of Puppets" dei Metallica, "The number of the Beast" e "Killers" degli Iron Maiden e "Nevermind" dei Nirvana. Ma non sono tutti qui, ci vorrebbero 3000 pagine!
La mia scrivania.
La copertina di "DYSCHOMAGIC" parla da sé.
Intervista di Marianna L. per Art-Waves
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