Cari lettori, oggi vi presentiamo Marco Ruggiero, maestro di musica napoletano che, con il suo ardente spirito creativo, riesce a fondere perfettamente tecnica e passione per la musica.
Marco Ruggiero è docente presso la D&T Music Record di Somma Vesuviana (Na) e condivide la sua passione per l'arte musicale guidando le nuove generazioni di talenti alla scoperta delle proprie attitudini. Sebbene sia un punto di riferimento per aspiranti musicisti, è sul palco che Marco rivela la sua massima espressione artistica. Leader, fondatore e chitarrista dei SAVIOR FROM ANGER, band metal dalle sonorità taglienti, fortemente influenzata dal Power Speed statunitense, Marco è il compositore e l’arrangiatore di tutti i brani del gruppo.
Oltre a tutto ciò incarna anche il ruolo di stratega del management e del marketing della band; il suo curriculum è ricco di collaborazioni con diversi gruppi. Mentre si dedica all'insegnamento, l'artista dentro di lui continua a bruciare di emozioni e vitalità alla ricerca di nuove sfide e vette da conquistare, condividendo la sua conoscenza con gli studenti senza dimenticare mai l'entusiasmo e la carica che si prova durante una performance dal vivo. Marco e la sua musica sono come un fulmine scagliato dall'heavy metal… un'energia che si propaga senza limiti!

Domanda iniziale per conoscerti un po’ di più: chi è Marco Ruggiero? Come ti sei avvicinato alla musica per la prima volta? 

Ciao innanzitutto,  e grazie per il tempo che mi stai dedicando; Marco Ruggiero è un chitarrista nato a Napoli 50 anni fa circa e che ha sempre avuto una grande passione per la musica. In età adolescenziale, nella casa dei miei genitori, suonavano i dischi dei Bee Gees, Abba, Eagles, Chicago,  Toto etc., e ascoltando tutte quelle canzoni ne rimasi colpito.

Come hai scoperto la tua identità musicale e cosa ti ha portato verso la scelta di dedicare la tua vita a suonare la chitarra?

Alle scuole medie, come tutti i bambini, fui invitato ad acquistare un flauto, così, suonandolo per la prima volta, mi fu fatto notare di avere un buon orecchio musicale, infatti pur non sapendo leggere la musica, riuscivo a suonare il flauto trovando le note a orecchio. 
Successivamente, verso i 13 anni, una sera mentre stavo guardando la TV, trasmettevano un video degli svedesi Europe. Rimasi molto affascinato da quelle sonorità rock, unite ad una presenza scenica caratterizzata da vestiti in pelle, borchie, da capelli lunghi e belle melodie suonate. Così mi appassionai alla chitarra elettrica e me ne feci comprare una.

Quante chitarre hai e quali sono le tue preferite?

Ho  avuto molte chitarre nel corso degli anni , di svariate marche.Adoro le Ibanez, le Jackson,  le Charvel, le Larrivee e anche le Gibson les Paul.
Attualmente sto suonando una Ibanez un po ‘datata , modello John Petrucci, noto chitarrista dei Dream Theater, la chitarra che usava anche lui molti anni fa.


Ibanez modello John Petrucci

Chi sono i musicisti che ti hanno influenzato profondamente e che in qualche modo hanno un collegamento con la tua musica?

Ho sempre apprezzato tutte le band di matrice più melodica con belle linee vocali e begli assoli , mi piacciono gli Europe, i Dokken, i Loudness, Yngwie Malmsteen, i Rainbow,  Ronnie James Dio, ma anche gruppi più vecchi come Deep Purple, Whitesnake e tanti altri.

Il tuo stile è prevalentemente metal o ci sono anche altri generi che ti appassionano? 

Oltre all’heavy metal,  mi piace anche l’aor, il rock, la musica classica e il pop.

Parlaci della tua attività di insegnamento: cosa ti piace di più di questo lavoro? 

Ho sempre avuto, sin da ragazzo,  una certa predilezione per l’insegnamento, mi piace l’interazione con gli studenti, il vederli migliorare giorno per giorno, e qualcuno di loro, affermarsi nel mondo della musica. 

Quali sono, secondo te, le qualità più importanti che un chitarrista dovrebbe possedere?

Credo l’umiltà di imparare sempre qualcosa di nuovo, non si smettere mai di imparare secondo me. Inoltre, un'altra qualità è il sacrificio di dedicarsi allo strumento, fare molto esercizio e perfezionarsi sempre più. 

Cosa pensi che renda la chitarra uno strumento così versatile e affascinante da suonare? E, secondo te, qual è la chiave per fare progressi nello studio di questo strumento?

Tutti gli strumenti sono belli e affascinanti se si ha la passione di studiarli. La chitarra, dando la possibilità di fare anche gli assoli, forse ha una marcia in più  in quanto è completa e puoi portarla anche in spiaggia, a differenza di tastiere e batterie poco pratiche da trasportare e che necessitano di corrente.
La chiave del successo di uno strumento è sempre la dedizione.

Ricordi quando e come hai composto la tua prima canzone? 

Da adolescente mi cimentavo a comporre ma con discreti risultati, essendo i primi tentativi da compositore, e non avendo ancora le competenze e l’esperienza giusta. Poi man mano iniziai a scrivere canzoni sempre più credibili ed ci crebbi. Così composi i pezzi dei gruppi in cui suonavo e curavo anche gli arrangiamenti. 

Quando componi quali sono gli elementi sui quali ti focalizzi maggiormente? Raccontaci un po’ come avviene il processo di scrittura dei tuoi brani.

Da quando ho iniziato a comporre la mia musica, ho sempre composto musica e linea vocale insieme,  può sembrare strano ma per me è un fatto istintivo, è come se la composizione l’avessi già scritta nella mia testa e devo solo trasferirla sulla chitarra. Infatti quando sono ispirato, il brano mi esce "buona la prima", di solito dopo si cambiano alcune parti ma per me non è così, mentre compongo un brano è come se fosse già stato scritto prima. 

Qual è il consiglio più prezioso che hai ricevuto come chitarrista e che vorresti condividere con i tuoi studenti?

Di non sentirsi mai "arrivati" e imparare da chi è più bravo di noi.

Le tue capacità, conoscenze ed esperienze di oggi sono allineate con la visione che avevi di te stesso quando hai iniziato a suonare? Stai facendo esattamente quello che immaginavi?

Ho sempre avuto le idee molto chiare, parlando a livello compositivo. Ovviamente, rispetto a quando ho iniziato 35 anni fa, le ambizioni sono diverse ed anche il modus operandi. Oggi , suono per passione, insegno per professione, è il mio lavoro, ma ho aspettative diverse rispetto a quando ho iniziato.

Parliamo un po’ ora dei progetti musicali in cui sei stato coinvolto in passato… (continua tu)

Ho suonato e collaborato con molte bands nel corso degli anni, te ne menziono qualcuna: Landguard,  Nameless Crime, In Aevum Agere, Stormwind, Darius Dan etc…

IN AEVUM AGERE è un progetto del caro amico Bruno Masulli con il quale ho fatto diverse collaborazioni,  infatti è stato anche il cantante dei Savior from Anger per diversi anni.
Facemmo anni fa un tour in Germania; è stato bello nei day-off  visitare molte città tedesche ed austriache.

STORMWIND sono una band romana con la quale ho collaborato negli anni 90. Ricordo fu una bellissima esperienza, suonammo insieme agli Europe,  nota band svedese, e dopo andammo a ristorante con loro. Bei ricordi.

Qual è il disco dei Savior from Anger che più ti rappresenta e perché?

Savior from Anger è un progetto ideato e creato da me nel lontano 2000 del quale sono il mastermind, scrivo tutto io dalla musica agli arrangiamenti ed è difficile trovare un disco che mi rappresenti, sono brani scritti in vari periodi della mia vita, dai quali si avvertono tutti i miei stati d’animo dei vari anni nei quali li ho scritti. 


E riguardo altre collaborazioni che hai avuto, quale ritieni sia stata quella più formativa o importante nella tua carriera?

Nella mia carriera ho avuto tante collaborazioni importanti che mi hanno arricchito come uomo e come musicista. Con i Nameless Crime ho fatto cose importanti e scritto album dei quali sono molto orgoglioso. Con il gruppo In Aevum Agere del caro amico Bruno Masulli mi sono ritrovato in un contesto doom e ho suonato cose nuove che non avevo mai fatto prima. 
Con Savior from Anger ho collaborato con tanti musicisti stranieri di spessore, e sono esperienze che ti fanno crescere.
E poi... Craig Wells, chitarrista dei Metal Church, con il quale ho scritto il brano "In the Shadows" presente sull'album " Temple of Judgment " del 2016.
E ancora... il cantante degli Attacker, Bob Mitchell, che ha cantato sempre sullo stesso album.
Mi sento di citare anche Brian Mc Nasty, bassista/cantante degli americani Vatican, con il quale ho fatto un tour americano nel 2017.

Che differenze hai riscontrato nelle tue esperienze live tra il pubblico italiano e quello straniero? Se non sbaglio sei stato in tour per un paio di anni negli USA…

Purtroppo nei decenni, con l’avvento della tecnologia, il cambio delle mode e delle generazioni molte persone non vanno più ai concerti, a meno che non si tratti di un gruppo importante. 
In America, sono rimasto molto deluso, poca gente va ai concerti, ma in Italia non è certamente meglio,  ormai sono rimasti pochi focolai dove si riuniscono pochi nostalgici e bisogna essere fortunati a farne parte, perché oggi esistono formule eticamente scorrette per suonare come il "pay to play", compensi ad ingressi, e le agenzie chiedono cifre spropositate.

Che consigli daresti ad un tuo allievo che vorrebbe suonare in una band hard rock o heavy metal?

Di suonare per divertirsi innanzitutto,  poi se si ha la fortuna di farsi notare che ben venga, ma non si devono perdere mai gli stimoli.

Come percepisci la scena metal internazionale al giorno d'oggi? Ci sono tendenze emergenti o sviluppi che ritieni particolarmente interessanti per il genere?

Purtroppo ho una concezione di musica molto "old style" e rifiuto inconsciamente l’evoluzione che c'è stata nel metal negli anni. A mio avviso negli anni 80 è stato fatto quanto di meglio si potesse fare, e quando hai la perfezione, difficilmente riesci ad accettare tentativi sterili di creare un nuovo stile o tendenze.

Quali sono i brani o gli album che consideri la tua "musica di comfort", quella che ascolti quando hai bisogno di rilassarti o trovare ispirazione?

C’è ne sarebbero davvero tanti, cerco di citarne qualcuno:

Malmsteen - Odissey
Europe - The final countdown
Riot - Thundersteel
Vicious Rumors - Welcome to the ball
Metal Church -The human factor

Immagina di poter creare la colonna sonora di un film. Quale sarebbe il tema?

Un film d’amore sicuramente,  mi piace scrivere le power ballads, quelle con l’accendino,  hai presente?   
Savior from Anger - Through this life

Savior from Anger - Warrior Princess


Qual è il luogo o l'ambiente ideale per te quando vuoi essere più creativo e produttivo?

Casa mia,  in tranquillità.

La tua canzone preferita da eseguire e perché?

Tutte le mie canzoni, sembra strano ma non riesco a sceglierne una, perché mi rappresentano, in ogni canzone c è una parte di me.  E poi "Don't wait for me" della band Vicious Rumors.

Se per un attimo ti fermassi a pensare alla tua musica come una metafora, quali immagini, colori, forme particolari o altri dettagli ti vengono in mente? Come descriveresti la tua musica?

Una storia d’amore dove ogni mia canzone ne descrive i momenti, da quelli romantici a quelli di incomprensione... a quelli di serenità. 

Chiudiamo questa intervista con una domanda che siamo soliti fare a tutti: cos’è l’Arte e chi sono gli artisti?

Secondo me l’arte è quel dono che ci permette di interpretare e vivere quello che ci succede nella vita in una maniera speciale e ci fa cogliere delle sfumature fantastiche; l’artista è il protagonista di tutta questa magia che grazie all’arte prova emozioni e percezioni uniche ed inimitabili. 

Grazie Marco per averci dedicato il tuo tempo. Ti auguriamo un futuro pieno di traguardi che portino sempre a te e a chi ti ascolta grandi emozioni! 

Grazie a voi per quest’opportunità. 


Di seguito riportiamo tutti i link ufficiali dove poter seguire Marco Ruggiero:

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Intervista di Marianna L. per Art-Waves
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