Innanzitutto cominciamo col dire che con il termine “meditazione” si indicano diverse tecniche molte delle quali spesso non hanno niente a che vedere con essa, almeno dal punto di vista dello Yoga.
immagine di Diego Graziano
Secondo il filosofo indiano Patanjali ad esempio, la meditazione è una pratica fondamentale per perseguire la realizzazione del Sé e ci mostra infatti un percorso di 8 passi (Ashtanga) per guadagnare la realizzazione spirituale, molto difficile ma possibile per ognuno di noi.
Pratyahara; Dharana; Dhyana; Samadhi.
In questa fase tutti i sensi sono rivolti verso l'interno, il focus è sul ritmo del proprio respiro che favorisce una completa sensazione di interiorizzazione.
DHARANA
Qui raggiungiamo la concentrazione e fissiamo la mente su un unico punto, un singolo oggetto, una singola idea, argomento o parola
DHYANA
Quando la concentrazione diventa profonda entriamo nella fase di Dhyana che in sanscrito vuol dire contemplazione ovvero portare ininterrottamente la propria essenza sull'oggetto di meditazione.
SAMADHI
L'ultima fase e il fine ultimo di tutto lo Yoga, ovvero l'illuminazione.
In questa fase il meditante assume l'essenza dell'oggetto meditato.
In questa fase il meditante assume l'essenza dell'oggetto meditato.
Patanjali (Yoga Sutra) descrive la meditazione come uno stato, una condizione, in cui la mente è libera di muoversi ed è spinta da un flusso. In sanscrito questo flusso viene chiamato NIRODHA, potremmo dire che è l'istante di vuoto tra l'impressione mentale (uno stimolo che può venire da una visualizzazione o da un oggetto sorto spontaneamente) e la volontà di sopprimerla.
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Per capire meglio possiamo dire che è uno stato in cui non c'è nulla di soggettivo, nulla che è sotto la legge e alle categorie del tempo, dello spazio e della causalità, è quindi una dimensione dove non c'è ne sentire, né pensare, né volere e ci ricarichiamo di energia.
In verità sperimentiamo qualcosa del genere ogni notte quando dormiamo e andiamo nello stato di sonno profondo, uno stato dove non c'è ne coscienza né sensazione e di conseguenza memoria di nulla ma che ci ricarica di energia. I bambini (ma anche gli adulti) quando stanno male dormono di più e nel sonno guariscono. Da queste pochissime indicazioni si capisce già che molte tecniche che vengono definite “meditative”, come la mindfullness ad esempio, in realtà sono un'altra cosa.
In verità sperimentiamo qualcosa del genere ogni notte quando dormiamo e andiamo nello stato di sonno profondo, uno stato dove non c'è ne coscienza né sensazione e di conseguenza memoria di nulla ma che ci ricarica di energia. I bambini (ma anche gli adulti) quando stanno male dormono di più e nel sonno guariscono. Da queste pochissime indicazioni si capisce già che molte tecniche che vengono definite “meditative”, come la mindfullness ad esempio, in realtà sono un'altra cosa.
In definitiva quindi la meditazione è portare lo stato di sonno profondo nello stato di veglia. Interessante sapere come alcune tecniche di Hatha Yoga (ma anche delle arti marziali o della danza e della musica indiana) aiutino ad entrare e ad uscire dallo "stato di flow" che può essere paragonato allo stato di sogno che precede lo stato di sonno profondo. (Non ci soffermiamo sul concetto di "flow" in quanto meriterebbe un' articolo a parte.)
Molte persone mi chiedono spesso quali benefici ha la meditazione, in realtà però di per sé non ha benefici in senso stretto se non quello di ricaricarci di energia.
Come dicevamo sopra infatti la meditazione è entrare in contatto con una sorgente di energia. A dare benefici sono le pratiche e le tecniche preparatorie alla meditazione ovvero le asana, i pranayama, le mudra, i bandha e i mantra.
Molte persone mi chiedono spesso quali benefici ha la meditazione, in realtà però di per sé non ha benefici in senso stretto se non quello di ricaricarci di energia.
Come dicevamo sopra infatti la meditazione è entrare in contatto con una sorgente di energia. A dare benefici sono le pratiche e le tecniche preparatorie alla meditazione ovvero le asana, i pranayama, le mudra, i bandha e i mantra.
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Sono tutte tecniche operative che preparano, o dovrebbero preparare, il corpo e la mente alla meditazione e che nello specifico ci aiutano a mantenere il corpo sano, forte e flessibile (asana), aiutano a sviluppare la concentrazione e il controllo della mente, delle emozioni, dei pensieri e del corpo (pranayama), a riconoscere e ad utilizzare le energie sottili del nostro corpo (mudra, bandha e mantra).
In conclusione mi sento di poter dire che praticare la meditazione è più che altro un percorso, un cammino che racchiude diverse pratiche senza le quali difficilmente (non Impossibile ma molto difficile) si riuscirebbe a raggiungere quello stato di cui parlavo prima. Un percorso che consiglio a chiunque, a prescindere dall'età, dal sesso e dalla sua appartenenza culturale, perché non può che far bene all'anima!
Articolo di Diego Graziano per Art-Waves
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Diego Graziano, insegnante di Yoga, Pilates, Meditazione.
Da sempre appassionato di sport inizia nel 2010 la pratica dell'Hatha Yoga e del Parkour. Della prima disciplina ne approfondisce lo studio nel 2011 in India presso l'“Ahymsin”(Himalaya Yoga Institute) di Rishikesh.
Tornato in Italia continua la sua pratica e dopo qualche anno diventa Coach di 1 livello A.D.A.P.T. - Parkour e A.D.D. (Art Du Deplacement ).
Nel 2019 completa la formazione per insegnanti Yoga con Yoga Alliance conseguendo l'attestato RYT 350 plus (2 livello avanzato).
In formazione continua per la propria crescita professionale, scopre il metodo Pilates nel 2018 e, appurandone con la pratica i benefici, nel 2020 diventa istruttore Pilates Matwork di secondo livello.
Nel 2022 continua la sua formazione con la ginnastica posturale e integra lo studio del floor work, della movement culture e dell' animal flow.
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