Per chi pensa che la Italo Disco si sia esaurita con la fine degli anni ‘80 si sbaglia di grosso! Nel mondo ci sono tantissimi artisti, sia del passato, sia talenti di nuova generazione, che ad oggi producono migliaia di brani l’anno; un fenomeno che soprattutto all’estero sembra vivere una perenne giovinezza.

Parleremo di questo con il nostro ospite di oggi, Justdeejay, speaker radiofonico e ideatore della trasmissione “Italo Disco is Back”, programma nato da una pagina facebook molto frequentata dagli appassionati del genere musicale dance che vide la luce proprio in Italia nel decennio eighties.




Fonte immagine: “Italo Disco is Back”
  1. Benvenuto Just, è per me un vero piacere parlare con te, essendo anch’io appassionato di Italo Disco fin da piccolo, inizierei con qualche domanda su di te per conoscerci meglio.
    La prima domanda che voglio farti è proprio da dove nasce la tua passione per questo genere musicale e
    come è iniziata la tua vocazione per fare radio?

    L’Italo Disco l’ho scoperta con le prime TV commerciali, seguendo trasmissioni tipo “Pop Corn” e con i primi videoclip di artisti come Miko Mission, P.Lion, ZED, la Carrà. Mi affascinavano i suoni di sintetizzatori, le batterie elettroniche, il look robotico di alcuni artisti e poi le melodie tipicamente mediterranee mescolate all’elettronica.
    Ricordo che all’epoca le radio libere trasmettevano mix che mi intrattenevano nell’ascolto per ore, ballavo con i brani di
    Sabrina Salerno, impazzivo per Comanchero di Moon Ray, ascoltavo Baltimora e tante altre produzioni commerciali ma cercavo già in quegli anni di scoprire anche realtà alternative ai grandi nomi.
    La vocazione per la radio è iniziata da bambino, quando, mentre aspettavo di ascoltare le sigle dei cartoni animati, casualmente alcune radio libere interferirono sul segnale della trasmissione che stavo seguendo. Scoprii così che vicino casa avevano aperto proprio una sede radiofonica, ricordo che era estate e per il caldo, durante le trasmissioni, lasciarono le porte aperte ed io andai a curiosare ...e rimasi subito affascinato vedendo gli speaker ed i DJ destreggiarsi con mixer e altri macchinari.

  1. Il nome Justdeejay come nasce? Lo hai scelto tu oppure è un soprannome che magari ti hanno dato gli amici ed è poi rimasto nel tempo?

    La mia esperienza iniziale come speaker fu nel 1992 ed oggi Justdeejay è la chiave del mio ritorno alla radio...
    Tutto è nato perché andando avanti con gli anni mi volli rapportare anch’io con i social network e dato che andavo spesso ai festival musicali, eventi indie, etc... mi venne l’idea di creare un canale youtube dove intervistare gli artisti, il canale si chiamava (e si chiama ancora perché è tutt’ora online)
    justafewimages. Praticamente dopo aver detto dove ci trovavamo ed il nome del musicista, gli chiedevamo solamente “Ciao come stai?”.
    Da lì sono nate circa un centinaio di interviste ad artisti, così per pubblicizzare il canale contattai alcune
    web radio, tra di queste mi rispose Radio Croda che, per sponsorizzarmi, mi diede appunto il nome di “Just”, per collegare la mia figura alla denominazione del canale youtube. Nacque così il mio nome al quale si aggiunse la parola “deejay” (come si usava tra gli Speaker negli anni ‘80) quando mi diedero, proprio a Radio Croda, la conduzione di un programma.

  1. Il tuo nome reale è celato nel più stretto riserbo, ci piace lasciare questo alone di mistero, e non vogliamo chiederti l’età, ma un indizio… sei ante ’80 o post ’80?

    Sono nato prima dell’inizio degli anni ‘80, come avrete intuito dai miei racconti...hehehe.


  2. Il primo disco della tua vita?

    La voce del padrone” di Franco Battiato, seguito a brevissima distanza dalla compilation Festivalbar 1982. Battiato, pioniere della musica elettronica in Italia, come diceva Arbore, sapeva portare la musica a un doppio livello: quello della riflessione del testo con del contenuto e quello musicale che arrivava immediatamente all’orecchio dell’ascoltatore.

  3. Nel tuo programma radiofonico viene proposta solo musica dagli anni 2000 in poi, quella che viene definita “New generation” della Italo Disco, parlaci di questo fenomeno e della scelta di non proporre revival che molto più facilmente colpisce l’effetto nostalgia.

    Devo confessarvi che per una decina d’anni (da fine anni ‘90 al primo decennio duemila) non ho ascoltato più la radio, dopo sono tornato a focalizzarmi sul revival, anni ‘80 e ‘90. Mi sono reso conto che tutto girava sempre intorno a i soliti nomi di artisti noti, così, per ascoltare altro e scoprire cose che magari non avevo ascoltato in passato, ho iniziato a cercare delle web radio tematiche ed ho scoperto diverse realtà polacche dove mi sono imbattuto in un brano, di Tom Hooker, che non conoscevo. Facendo delle ricerche ho scoperto, con mia sorpresa, che il brano era del 2007 e lì mi si è aperto un mondo. Non avevo idea che esistesse una nuova generazione di brani Italo Disco. Nel 2018 Radio Croda mi ha offerto la possibilità di condurre un mio programma e pensai di proporre qualcosa che non si trovava nei palinsesti italiani, dato che tutto ruotava intorno al revival ma nessuno si occupava di questa new generation. Per me è stato bello far scoprire a tanti appassionati di questo stile anni ‘80 le nuove realtà musicali che spesso anche gli ascoltatori più esperti non conoscevano.



    Fonte immagine: “Italo Disco Is Back” - da sinistra Justdeejay e Mr.Arabika

  1. Il tuo programma è co-condotto con Mr.Arabika, raccontaci di lui, come vi siete conosciuti e come è nato questo sodalizio artistico?

    La nostra è un’amicizia che dura da diversi anni, non dalla prima gioventù ma da quando entrambi abbiamo iniziato a frequentare il mondo della musica anche se in ambiti differenti. Inizialmente mi ha affiancato come regista, pur non essendo il suo mestiere, ma si mise a studiare per diventarlo. Lui è la parte, come dire, “più raffinata” del nostro duo, essendo cantante è molto attento alla vocalità degli artisti. Dei due io sono il più esuberante durante la trasmissione mentre lui è la parte più riflessiva, si scatena di più a microfoni spenti. Tra l’altro, nella attuale stagione del programma, Mr. Arabika è più libero di co-condurre dato che non veste più i panni del regista in quanto di questo si occupa Sister Franca, altro membro del team.


  2. Secondo te, come mai in Italia, la patria che ha dato vita al genere Italo disco, oggi se ne parla molto poco? E come mai, in controtendenza, ci sono Paesi come il sud America e l’est Europa dove c’è un seguito strepitoso?

    Questa domanda ce la siamo posta spesso ma non c’è una risposta univoca. Forse perché in Italia, dopo aver dato il via alla creazione di una tendenza artistica o stile, spesso ci adagiamo. Quando esce un’onda di revival non sfruttiamo l’occasione per creare cose nuove, spesso si ritiene esaurita la spinta trainante di questo genere.
    Alcuni come me, pensavano non esistessero brani nuovi, è comunemente diffuso associare la
    Italo disco alle hits ed ai fenomeni del passato come Righeira, Gazebo e Ryan Paris e non sanno che alcuni di questi sono tutt’ora attivi, producono dei “signori brani”. Senza considerare che, in alcuni Paesi come il Messico, c’è attualmente lo stesso entusiasmo che c’era da noi negli anni ’80, ci sono feste con migliaia di persone che attendono il fine settimana per andare a ballare e scoprire le novità del settore. Non ti nascondo che ci avevano anche contattato dal sud America, per organizzare un tour e la cosa ci piacerebbe moltissimo, chissà in un futuro…

  1. Ci sono artisti della new generation anche piuttosto giovani, alcuni dei quali li hai intervistati nella tua rubrica, come avviene il loro approccio a questo genere che per molti giovani è invece considerato “datato” o fuori moda?

    In molti casi dipende dalla curiosità, se sei aperto di vedute sperimenti, ascolti e ti approcci al mondo della dance in ogni suo aspetto. Alcuni magari ne vengono a conoscenza tramite familiari che hanno qualche anno in più di loro. Altri, che hanno uno spirito più creativo, si cimentano nella produzione sperimentando queste sonorità.
    Può succedere anche che un brano venga passato in un film o in uno spot e l’approccio iniziale dunque può essere questo. Da un paio di anni a questa parte c’è stata un’apertura di alcuni settori commerciali, a quella che è in certi casi
    pura Italo Disco, vedi il successo di Purple Disco Machine ( pseudonimo del DJ producer Tino Piontek
    ).

MILANO 84 – MILANO L’AMORE

  1. New generation of Italo Disco, NewRetroWave, SynthWave, ChillWave, VaporWave, tutti sottogeneri che prendono vita dalle sonorità anni ‘80, cosa c’è di immortale in quel decennio?

    La melodia, come diceva il compianto Albert One. La melodia era l’elemento preponderante e dava il tocco magico ad un pezzo che magari aveva già una struttura importante e ben fatta. Poi dobbiamo ricordare che i brani una volta non venivano fatti in casa con il computer ma venivano completamente suonati con sintetizzatori, drum machine. Esisteva il gusto per la melodia, l’inventiva, l’atmosfera di festa ed i colori, tutto questo rendeva unici gli anni ’80 e rendeva più leggera la vita, anche se da alcuni questa allegria veniva criticata ed intesa esclusivamente come “culto dell’apparenza”. In realtà tutti i sotto generi sono per lo più un voler andare a definire alcune sfumature, alcuni puntano ad una nicchia più ristretta di followers settorializzando la propria musica, personalmente non condivido tale puntualizzazione, se un pezzo è bello e ballabile che si balli!

  2. Dal 2018 ad oggi il tuo lavoro ti ha portato a conoscere ed intervistare diversi artisti, c’è qualche aneddoto in particolare che vuoi raccontarci?

    Ricordo la nottata a parlare con Ken Laszlo, dopo l’intervista radiofonica siamo rimasti in studio a chiacchierare e ci ha raccontato tutti gli aneddoti di quando andava in tour con gli Alphaville, delle sue produzioni discografiche e delle sue esperienze, senza filtri, come se parlasse con degli amici di sempre. Poi ricordo la squisitezza e la gentilezza di Wish Key, addirittura fu lui a ringraziarci per passare la sua musica in radio. Un altro episodio singolare fu l’intervista a Ryan Paris che si rese disponibile nonostante un intervento chirurgico, ci contattò dal corridoio dell’ospedale. Beh, trovare persone di gran calibro come loro e scoprire questa naturale disponibilità, ci ha fatto molto piacere e ci ha fatto sentire apprezzato il nostro lavoro.

WISH KEY - MAN IN THE AIR
 

  1. Da quest’anno c’è stato un cambio di emittente radiofonica, siete passati a Primantenna FM, raccontaci qualcosa.

    Iniziai appunto a fare lo speaker nel 1992 con una piccola emittente che oggi è un grande network. Poi smisi per molto tempo e tutto ripartì nel 2018 con Radio Croda, che purtroppo oggi non c’è più non essendo sopravvissuta ai vari lockdown di questo periodo. Con loro tornai a fare radio dopo 26 anni di assenza e mi sono trovato molto bene, per il clima familiare e di amicizia all’interno dello staff ma anche per lo spirito di libertà artistica. Con Primantenna FM, che esiste dal 1978, abbiamo trovato lo stesso feeling ed inoltre una grande professionalità. Ci manca senz’altro la presenza fisica di andare “alla radio” dato che noi siamo di base a Brescia e la sede di Primantenna FM è a Perugia ma trasmettiamo comunque da uno studio attrezzato.

  1. La selection musicale del vostro programma immagino sia decisa in base ai vostri gusti musicali ma seguendovi ho notato che intervistate artisti del momento e fate ascoltare le news del settore, spesso anche in anteprima, è frutto di una ricerca personale o siete in contatto con case discografiche, artisti etc…?

    Noi eseguiamo una ricerca costante, tutti i giorni scandagliamo il web! Inizialmente i nostri contatti erano diretti con gli artisti, poi con il tempo abbiamo instaurato anche ottimi rapporti con alcune etichette che ci mandano direttamente le loro produzioni.
    L’anteprima rende la trasmissione unica, anche dal punto di vista degli ascolti, stimola la curiosità, l’attenzione del pubblico, valorizza gli artisti. Ad ogni modo non abbiamo guardato mai il discorso dei numeri che fanno gli artisti, se guardi solo quello non vai troppo in là, puoi ritrovarti a “suonare” dei pezzi che non ti piacciono e a lungo andare il programma ne risentirebbe.


    DATA LOVE – TRY AGAIN

  1. Molti artisti del passato stanno vivendo una seconda giovinezza, pensiamo a coloro che abbiamo precedentemente nominato: Ken Laszlo, Ryan Paris. Cosa ne pensi?

    Penso sia una cosa formidabile! Dimostrano che hanno ancora tanto da offrire e che sono artisti veri. Non è facile anche per questi nomi trovare dei produttori all’altezza, quando escono i nuovi brani sul mercato è perché hanno veramente qualcosa di nuovo da dire, con dei prodotti che piacciono a loro in primis e in cui credono, rispetto ad altri che invece puntano più a un discorso puramente commerciale.


VERONICA PALMA – NON VIVO SENZA DI TE

  1. Io personalmente adoro Gianni Durante, sia la sua produzione che la produzione che ha curato per Veronica Palma, ma di loro, oltre i singoli online, non si trovano molte informazioni, che sia un modo per creare mistero e attesa? Cosa puoi dirci in generale degli artisti della new generation?

    Spesso sono nomi d’arte inventati, un po’ come succedeva negli anni ’80, il mistero in realtà certe volte cela dei nomi di artisti rispettabili e conosciuti nell’ambiente musicale ma che fanno tutt’altro e che in alcuni casi, professionalmente parlando, potrebbero avere un contraccolpo negativo. Ad esempio potresti essere un “primo violino” di un’orchestra sinfonica della televisione di Stato Polacca e non voler rivelare la tua identità reale. In altri casi alcuni artisti non avendo tempo per la promozione si limitano a produrre, mettono i brani sulle piattaforme online, li propongono senza curare poi i vari aspetti successivi. Noi di “Italo Disco is Back” abbiamo cercato per sei mesi Marco Prati, autore del brano “Berlino”, ci siamo chiesti per diverso tempo se fosse un produttore dell’Est per poi scoprire che si trattava di un rispettato musicista italiano che lavora nel settore della “library music” ovvero musica rilasciata per accompagnare produzioni audiovisive.


    MARCO PRATI – BERLINO

  1. Quanto aiuta l’epoca moderna a rendere accessibile la produzione di musica elettronica anche a chi prima non poteva permettersi uno studio di registrazione? Oggi si può produrre un buon lavoro anche in casa con un computer?

    Io credo che il saper suonare gli strumenti musicali sia sempre una cosa fondamentale. Oggi utilizzare un computer per ricreare un suono di un sintetizzatore con un plug-in o virtual instrument può andare bene se hai comunque delle conoscenze di base degli strumenti reali. Secondo me comunque si sente se delle produzioni sono completamente fatte al computer e senza anima ed è quello che poi, dopo, fa la differenza.

  2. Quanto internet ha aiutato la sopravvivenza, la riscoperta e l’attuale diffusione della Italo Disco? Pensiamo ad esempio a youtube, soundcloud, mixcloud, bandcamp, etc… realtà che consentono quasi a tutti di poter arrivare al cuore degli ascoltatori.

    Sono tutte realtà fondamentali. Ritengo che Soundcloud e Bandcamp sono più vicine alle esigenze dei musicisti, mentre Youtube o Spotify permettono di arrivare a platee immense però per guadagnare qualcosa devi fare elevatissimi numeri di visualizzazioni.
    Dunque le prime due piattaforme permettono di avere un pubblico più di nicchia ma davvero interessato e selezionato, consentendo anche di avere maggiori possibilità di rientrare delle spese sostenute per la produzione musicale o quantomeno parte di esse, in alcuni casi offrendo anche al fruitore prodotti unici come il vinile ad edizione limitata.

  1. Chi o cosa fa la differenza oggi? Se un artista volesse entrare in questo mondo, che consigli ti sentiresti di dargli?

    Consiglierei innanzitutto di studiare la musica e gli strumenti, di suonare capendo come funzionano i sintetizzatori, le drum machine e poi penso sia importante definire bene la creazione del prodotto, cercando la piena soddisfazione. Inoltre direi di non tralasciare il “lavoraccio” di promozione, facendo attenzione a scegliere con cura le agenzie alle quali ci si rivolge. Come dicevano i nonni “fai attenzione a quello che firmi”
    Ci si può anche ritrovare vincolati per anni dentro a qualcosa di non fruttuoso o in cui non ci si rispecchia.


GIANNI DURANTE - MY HEART IS ON FIRE

  1. Oltre la Italo Disco che altri generi ti piace ascoltare?

    Sono andato a periodi nella mia vita. Negli anni ’80 ascoltavo cose abbastanza commerciali, fino ad una svolta epocale a fine anni ’80 con la scoperta dei CCCP, quel suono ispirato al punk che per noi era alternativo. Mi sono avvicinato poi alla musica indie, ovvero negli anni ’90 sono andato indietro nel tempo con l’ascolto di brani post punk, gothic e dark, tipo i Bauhaus e Sisters of Mercy. Poi ho avuto il mio periodo italo dance anni ’90, contemporaneamente il punk rock dei Bad Religion e dei Green Day. Successivamente mi sono interessato anche all’ elettronica più sperimentale: noise, dark, ambient. Ultimamente ho avuto anche un’idea per un programma radiofonico dedicato al pop acustico.

  1. C’è qualcosa che non ti ho chiesto ma di cui vorresti parlare?

    Vorrei spendere due parole per tutti quelli che fanno, seguono e pubblicizzano la musica con passione ed attenzione, dalle radio ai musicisti, le persone che curano le fanzine, gli organizzatori dei concerti, chi si occupa di arte, etc. Un grande plauso a tutte queste persone che mettono al primo posto la passione prima del fine economico.
    Poi vorrei ringraziare tutti quei musicisti che contano su di me, che mi inviano demo chiedendo il mio parere, mi emozionano per la fiducia che ripongono nei miei consigli.
    Ringrazio anche voi di
    Art-Waves per il lavoro che fate e per la diffusione dell’arte e per il tempo che mi avete dedicato.

  1. Concludo con una domanda che ci riguarda da vicino: “Che cos’è l’arte e chi sono gli artisti?”

    L’arte è tutto quello che ti emoziona e ti fa vedere le cose in una prospettiva diversa da come l’avresti potuta vedere fino a un attimo prima. Gli artisti sono tutti coloro che sono in grado di emozionare e di aprire gli occhi agli altri.


Fonte immagine: “Italo Disco Is Back” - da sinistra Justdeejay e Mr.Arabika

Ringraziamo Justdeejay per questa bella intervista e non ci resta che invitare i nostri lettori a seguire la sua trasmissione radiofonica e a scoprire, o riscoprire, questo fantastico mondo musicale per diffondere sempre più, anche qui in Italia, uno stile musicale intramontabile!


Riportiamo di seguito i contatti di “Italo Disco is Back”

Tutti i martedì alle ore 21:00 su Primantenna FM al seguente link https://primantennafm.com

Pagina ufficiale facebook:
www.facebook.com/Italo.Disco.Is.Back

Per ascoltare anche tutte le puntate precedenti:
https://www.mixcloud.com/italo-disco-is-back/

Per non perdere i prossimi appuntamenti di “Italo Disco is Back”

imposta il promemoria cliccando su “parteciperò” agli eventi che trovi al seguente link:
https://www.facebook.com/Italo.Disco.Is.Back/events/


Intervista di Mirko Elia per Associazione Culturale Art-Waves

             

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