Cari amici,
oggi vi portiamo alla scoperta dell'universo di Mirco Olivastri, cantautore e
musicista romano, classe 1992. Mirco ha da poco pubblicato il primo EP “D’Istanti”, ottenendo
riconoscimenti importanti dalla critica ed è stato accolto con grande entusiasmo dalla
scena musicale capitolina.
Reduce dal suo primo live sul prestigioso palco di uno degli storici e più
ambiti locali di musica dal vivo romani, Stazione Birra, Mirco ci racconterà il
suo percorso artistico, i suoi sogni ed i progetti futuri. Buona lettura!
Benvenuto Mirco, innanzitutto congratulazioni per l’uscita del tuo EP “D’ISTANTI” !
La nostra prima curiosità riguarda come è cominciato il tuo percorso artistico nel mondo della musica. Quali eventi della vita ti hanno portato ad intraprendere la strada del cantautorato?
A 5 anni cantavo in giro per casa "Io vagabondo" dei Nomadi, principalmente però ho sempre scritto tanto, anche ai tempi della scuola. Riempivo pagine e pagine di fogli protocollo e non riuscivo mai a rispettare la lunghezza richiesta. La scrittura mi ha salvato, ancora e soprattutto oggi, ho dei momenti nei quali vivo a pieno un'emozione, negativa o positiva che sia: scrivere mi aiuta a metabolizzare e analizzarne le diverse sfaccettature. Circa 5 anni fa mi sono interessato da autodidatta allo studio della chitarra e provando a buttare giù qualche primo accordo, ho cominciato a scrivere in musica. Solo successivamente ho incontrato la persona con la quale ho iniziato tutto, Emiliano Imondi, il mio arrangiatore lui ha intravisto del potenziale e dei bei testi, e assieme abbiamo cominciato a buttare giù i primi pezzi .
Chi sono gli autori che ti hanno ispirato all’inizio del
tuo viaggio e quelli che ti ispirano in questo periodo?
Ho sempre
ascoltato i vecchi cantautori: i Nomadi, Battiato, Battisti, Dalla. Sono
cresciuto con gli 883, i Gemelli diversi. Ad oggi ho particolare preferenze per Noemi, Fabrizio Moro, Marco Masini, Fiorella Mannoia e Tiziano Ferro.
Tutti si accomunano nell'importanza che dedicano al testo, stessa importanza
che cerco di racchiudere nei miei.
Nella canzone che dà anche il titolo al tuo EP,
“D’ISTANTI”, troviamo sia il concetto di lontananza sia la fotografia di alcuni
“momenti”. Qual è stata la tua ispirazione ?
Porto
avanti da una vita come messaggio di "non sprecare tempo"
l'importanza che attribuisco a questo è immensa e potrei scriverne in mille
sfaccettature, tante quante ne ha il tempo stesso. Vivere a pieno le emozioni,
dividere il tempo in attimi, in una società che ci costringe a correre in
qualsiasi campo, permette di vivere meno "Distanti" dalle emozioni e dalle
persone.
Più "D'istanti" per vivere meno distanti.
Parlaci di come nascono le tue canzoni, come avviene il processo
compositivo
Le mie canzoni nascono in maniera imprevedibile e la maggior parte delle volte quando non ho intenzione e credo di non essere ispirato. È come se una canzone venisse a chiamarmi e non viceversa. Comincio a scrivere un testo e provo a mettere su una melodia di chitarra che magari cantavo in testa da giorni senza sapere da dove provenisse. Successivamente, raggiunta una buona idea, ne parlo con il mio arrangiatore per capirne il potenziale.
Se potessi creare un ambiente perfetto per l’ascolto del tuo EP come te
lo immagineresti?
In una
giornata tipo che corre, il posto migliore sarebbe un posto qualunque lontano
dalla gente e dal caos, da tutto ciò che ci catapulta nella società. A me ad
esempio piacciono molto i laghi, il mare, le cascate, meglio se di notte .. è
lì che trovo quasi sempre un'intuizione.
Ungaretti diceva che una poesia deve mantenere una parte
segreta, altrimenti non è più poesia. Se si svela totalmente il suo significato
si perde la magia dell’arte. Sei d’accordo che anche nella musica ognuno debba
essere libero di interpretare un testo secondo la propria sensibilità?
La musica deve essere fatta ed abbracciata in modo tale che tutti possano farlo
alla stessa maniera. Una canzone è un regalo dell' artista agli altri, come un
cassetto dove posare le proprie forze e debolezze. Ognuno può ascoltare un
pezzo e deve certamente farlo suo.
Sei reduce da poco dal tuo concerto-evento a Stazione Birra, con te ha suonato un’intera band. Ci racconti come hai iniziato a collaborare con i tuoi musicisti e soprattutto come hai vissuto il tuo primo show?
È stata una crescita esponenziale, nessuno di noi sarebbe salito su quel palco se non avessimo lavorato insieme, sotto la direzione artistica Di Emiliano Imondi, le intuizioni di Emiliano Soriente ( il mio secondo arrangiatore) e la voglia di sognare di tutti. Il gruppo si è tirato su in maniera spontanea. Il live ci ha portato una soddisfazione che forse nessuno di noi si aspettava. Ci speravamo ma sempre con la testa sulle spalle e soprattutto io pensavo che la paura giocasse brutti scherzi, ma un attimo prima di salire sul palco ho sentito una pace interiore che mi ha permesso, insieme a tutto il gruppo, di tirare fuori un buon live in cui molte persone si sono emozionate, noi in primis.
Che cos’è per te la musica?
La
musica e la scrittura mi salvano costantemente quando penso di non aver vie di
fuga. La musica mi tende sempre una mano dove non tutti lo farebbero. È un
qualcosa di astratto, ma col tempo sto capendo che è molto più tangibile come
astrazioni di tante cose che pensiamo siano reali.
C’è una tematica che hai particolarmente a cuore ma che non hai ancora
trovato il coraggio di affrontare nelle tue canzoni? Magari riguardo un tema
impegnato, sociale, mondiale…
Cerco di
essere estremamente sincero in tutto ciò che scrivo. Essere sinceri oggigiorno
crea una selezione automatica intorno, in un mondo di maschere. Scrivo di
questo e del tempo, scrivo anche di questioni di lotte sociali e personali, vorrei
poter approfondire queste ultime due.
Prossimamente hai in programma qualche altro live show?
Sto lavorando per farne
tanti altri, mi piacerebbe anche in qualche regione che non sia per forza il
Lazio. Vorrei poter portare la mia musica ovunque, è il sogno di qualunque
artista.
Si facciano avanti organizzazioni, pub e palchi che hanno voglia di
condividere questo progetto!
E ora, una domanda che poniamo a tutti i nostri ospiti:
cos’è l’Arte e chi sono gli artisti?
La vera
artista è l'Arte in se per sé. L'artista è solo chi cerca di fare uso dell'Arte con
intelligenza e rispetto. Vanno di pari passo.
Adoro ogni forma d'arte e di
espressione umana che vada oltre i soliti canoni.
Sono il tipo di persona che
odia i canoni.
Grazie per questa bella intervista, è stato un piacere per
noi, ti auguriamo un lungo percorso artistico!
Ass. culturale ART-WAVES
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