E' sempre dura guardare avanti dopo un periodo di dolore. Ma rialzarsi si può - e si deve.
Ho scelto questo incipit per raccontare la storia di Barbara Luna, artista genovese dal carattere riservato ma tenace, dalla scorza apparentemente dura ma dal cuore grande e generoso - come la gente della sua terra. Dopo anni di lontananza dal mondo musicale, anni consacrati alla famiglia che aveva bisogno di lei, Barbara scende di nuovo nell'agone musicale più forte e temprata: il tempo del dolore è terminato. Ora si guarda avanti con fiducia, speranza e tanta, tanta curiosità di scoprire cosa si nasconde "dietro la porta".
Buona lettura!

Benvenuta tra noi di Art-Waves Barbara Luna! La tua fascinazione per la musica parte da lontano: Barbara Luna bambina si avvicina agli strumenti e gioca con la voce. Come è nata la tua passione per il canto? Vorrei che facessi una sorta di throwback con il pensiero alla tua infanzia e ci regalassi un'immagine, una fotografia di te legata alla musica.

La mia passione nasce da piccola quando vedevo le ballerine in tv e dicevo, sentendo le canzoni, io da grande canterò così! Lo facevo guardando la Parisi e la Carrà, soprattutto a casa di mia nonna, non ballavo, mai! Ma cantavo!

Parlaci delle tue influenze musicali e quanto hanno ispirato le tue composizioni.

I miei primi amori in assoluto sono stati i Queen, i Guns N' Roses e gli Aerosmith! Poi Mina.

Citando lo scrittore francese Paul Valery: "Preferisco Genova a tutte le città che ho abitato. Mi ci sento perduto e familiare, piccolo e straniero". Ecco Barbara, partiamo da qui: Genova, città di mare, città di musica. Qual è il tuo rapporto con questa città, accogliente ma al contempo malinconica, vibrante di energia ma chiusa in se stessa: cosa ti ha dato e cosa ti ha tolto?

Sicuramente non è la mia città, purtroppo la conosco poco e per lavoro o per vita sono sempre stata abituata a frequentare Milano e Roma. Qui mi sento un po' ospite!


Dopo anni di silenzio sei tornata con il tuo nuovo singolo "La mia curiosità". E' il tuo ritorno sulla scena dopo un periodo della tua vita molto doloroso. Hai voglia di raccontarcelo? Io la vedo soprattutto come una rinascita; come la Fenice, simbolo di cambiamento e resilienza alle avversità del destino, il tuo riscatto è avvenuto tramite l'Arte.

Ai tempi avevo fatto sentire questa canzone a mio papà che era in ospedale. L'avevo fatta sentire con “Guardo Avanti”. In quel momento lui mi disse: “non pensavo!”. Lui ha sempre detestato la mia
testa sulle nuvole, voleva che lavorassi e basta. Ma in quei mesi io e lui ci siamo conosciuti per la prima volta. Quando è mancato non riuscivo più neanche ad ascoltarla la musica. E così è stato per 7 anni.
Poi un giorno, non so quando di preciso, ho deciso di ricominciare, forse dopo che ho partecipato come pubblico al festival di Sanremo. Lì mi sono sentita nuovamente viva. E questa canzone è per lui.



Ho una curiosità da chiederti - scusa la boutade: ci racconti come è nato il titolo "La mia curiosità" ?

Probabilmente è nato perché io cercavo modi, tutti, per farlo guarire. Nella canzone si parla di riuscita. Ero convinta, dopo un grosso miglioramento che aveva avuto, ma nulla... poi è rimasta così. Ero convinta che seguendolo in ospedale e stando 12 ore al giorno li accanto, sicuramente sarei stata attenta a tutto, e nulla... ragazzi! L'amore non vince su tutto!


A tuo avviso quanto contano la tenacia, la forza di volontà e un carattere tosto nel mondo musicale odierno? La concorrenza è sempre più spietata e agguerrita, i colpi bassi sono all'ordine del giorno, occorre una certa tempra per andare avanti, sei d'accordo?

Sono d'accordo, ma al momento non ho vezzi di arrivare da nessuna parte, lo faccio per stare bene e per comunicare qualcosa!


Cosa ti rende fragile e cosa invece ti dà forza nella musica? (e non solo, parliamo
anche di vita quotidiana…)

Mi rende fragile dover gestire 2 negozi, mi da la forza invece ciò che provo mentre canto!

Obtorto collo, hai dovuto subire dei cambiamenti importanti nella tua vita; come definiresti la Barbara di oggi? E quando rivedi le tue immagini e i primi video cosa pensi di quella ragazza un po' timida e dal sorriso sincero? (a questo proposito mi viene in mente un aforisma di Benjamin Franklin: “La tragedia della vita è che diventiamo vecchi troppo presto e saggi troppo tardi”)

Onestamente pensavo di non farcela perché a me è crollato il pilastro che mi reggeva, ed invece sono riuscita in suo onore ad essere forte, forse molto più di prima!


Secondo te oggi c'è una maggiore consapevolezza femminile nel mondo della musica? Com'è vista la donna artista? Continua a essere “oggettivizzata” da una parte di pubblico maschile oppure appare più matura e consapevole del proprio talento?

Secondo me oggi è tutto cambiato! E siamo tutte uguali, anche perché certe donne esagerano molto più degli uomini coi testi, quindi, è proprio un'altra era!

Hai in programma qualche nuova canzone da farci ascoltare prossimamente? Ci puoi dare qualche anticipazione ? Quali saranno i temi affrontati?

Si, ne ho tantissime, una scritta da una cara amica e bravissima cantante e autrice Francesca Dell'Osa, un'altra da Mauro di Maggio (come le 3 precedenti) e ora sto collaborando con l'Isola degli artisti.

Se per un attimo ti fermassi a pensare alla tua musica come fosse una metafora, quali immagini, colori, forme , particolari o altri dettagli ti vengono in mente?  Come descriveresti la tua musica ?

La mia musica è come il moto incessante delle onde del mare, profonda come le sue acque, blu come le corde che fanno vibrare l'anima. Ecco, l'immagine che meglio descrive me stessa è questa: una corrente marina e la sua perpetua circolazione, colori cangianti e vividi che si stagliano sull'orizzonte infinito.

Un album (o un artista) che ha cambiato la tua vita e perché…

L'artista che più ammiro in assoluto è Freddie Mercury, uomo dal carisma ineguagliabile e dalla vocalità straordinaria - che copriva quattro ottave. Un vero e proprio animale da palcoscenico, che di sé diceva "Non diventerò una rockstar, diventerò una leggenda". Lui ha lasciato a tutti noi un patrimonio musicale unico, appunto leggendario. Potrei citarti l'intera discografia dei Queen, ma opterei per l'album del 1975 "A night at the opera", disco che abbraccia diversi stili musicali, tra ballate, hard rock e prog: un capolavoro!

Cosa rappresenta per te la musica ed il “fare musica” ?

Fare musica rappresenta per me il momento in cui posso dimenticare tutto e pensare solo a me, ai miei pensieri più intimi e profondi. Con la musica - anzi - grazie all'energia della musica, riesco a esprimere ciò che spesso non sono in grado di descrivere: è un linguaggio subliminale, quasi esoterico, direi.

Chiudiamo questa intervista con una domanda che siamo soliti fare a tutti: cos’è l’Arte e chi sono gli artisti ?

Parlando di Arte mi viene in mente D'Annunzio e il suo concetto di decadentismo: l'arte che trasforma tutto e lo rende più bello e intenso; l'arte che allontana lo squallore e la banalità del vivere quotidiano. E' una sorta di rêverie, di sogno a occhi aperti; l'artista è colui che meglio interpreta questa "fantasticheria", trasformandola in un linguaggio contemporaneo, ecumenico, vivo e vibrante.

Barbara, grazie per il tuo tempo e disponibilità, buona fortuna con la tua musica! Ti auguriamo tanto successo e che i tuoi sogni possano diventare realtà! 

Di seguito tutti i contatti social per seguire Barbara Luna:


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Intervista di Marianna L. per Art-Waves 
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