Il progetto nasce da Bisciu, già bassista per alcune band veronesi (Rosillusa, Caso Contrario, Nicola Sartori, Sydyan, Voodoo Groove), chitarrista delayer (Perlé) e compositore di colonne sonore per Mon3sor Production.

Negli ultimi anni ha cominciato, sulla scia di alcune jam session senza schemi, a produrre materiale vario che gradualmente ha preso forma in “Bowing down to her...”, un debutto dai toni scuri a cavallo tra rock, dark, psichedelia con elementi elettronici. Un concept album pieno d’amore, ben celato dalle più evidenti rabbia, delusione e disillusione. Accolto con favore dalla critica. Nel frattempo è uscito a nome hellBisciu, il 28 luglio 2022, un nuovo lavoro dal titolo “RAGS”, altro concept dalle tinte meno scure, dove la luce filtra dalle persiane e l’oscurità lascia spazio ad un amore più in vista, scandito da un’elettronica ipnotica per lasciare spazio alla dolcezza, senza mai negare l’ineluttabile nube scura che aleggia su di noi. A bit of love. Prodotto e registrato da hellBisciu con la partecipazione dei fedeli Eddy Fiorio, Nicola Sartori e Tommaso Franco. Mix Dario Caglioni, Mastering Gio Versari. Label Andromeda Relix.

“RAGS” è disponibile solo in vinile, tiratura di 300 copie numerate, e su tutte le piattaforme digitali!

Domanda iniziale per conoscerti un po’ di più: chi è hellBisciu? Come ti sei avvicinato alla musica per la prima volta? 

hellBisciu è il mio progetto musicale solista. Mi chiamo Nicola Righetti e mi sono avvicinato alla musica fin da piccolo, dapprima come ascoltatore e poi, via via, approcciando vari strumenti da autodidatta.

Quando hai deciso di intraprendere il percorso di creare composizioni completamente tue come hai scoperto la tua identità musicale?

L’idea c’era da parecchio tempo, fin dagli anni 90, quando si sono formate le prime band “giovanili”. Finita questa fase, con buone soddisfazioni, ho meditato a lungo prima di concretizzare il progetto. Ho continuato a suonare come bassista nei Voodoo Groove, una tribute band di Jimi Hendrix. Nel frattempo è nata una collaborazione con Perlé, amico e musicista, sia per alcuni suoi concerti, sia per delle interminabili jam session che tuttora si svolgono con una certa regolarità e dalle quali ho preso consapevolezza di quello che è il mio stile. Anche spostandomi dal basso alla chitarra. Nel 2016 ho deciso di attrezzare un piccolo studio casalingo e dopo un paio di anni hanno preso forma i pezzi che sono finiti nel mio primo disco “Bowing down to her”.

Ci sono libri, film o altre forme d'arte che ti hanno influenzato profondamente e che in qualche modo hanno un collegamento con la tua musica?

Ad essere onesti, non in modo evidente. Ci sono certamente molte biografie, biopic, documentari interessanti, fatti con un linguaggio diverso dalla musica che ho letteralmente divorato, sia riguardo ad artisti italiani che stranieri, ma l’influenza di altre arti non la vedo presente nei miei lavori. Anche se credo nella commistione tra arti diverse. Mi diverte fare videoclip ad esempio, ma soprattutto credo che l’ispirazione sia la stessa per ogni forma di arte, che vada lasciata uscire e prendere forma, non conta molto il modo. La copertina del primo disco per esempio è un quadro vero e proprio, anche se elaborata graficamente nei colori. 

Quali sono le fonti principali delle tue ispirazioni? ( musicisti, gruppi, artisti ma anche di luoghi o situazioni specifiche)

Domanda bellissima quanto difficile. I miei ascolti sono molto eterogenei e spaziano tra varie epoche e generi. Ho degli approcci a volte prog, a volte dark, uso elettronica varia, potrei citare lunghe liste di gruppi o musicisti che amo, ma non mi capita mai di pensare “faccio questa cosa come la farebbe tizio o caio”. Poi magari succede, ricevo feedback a volte dove mi paragonano a gruppi che addirittura non ho mai sentito. Alcuni mi piacciono per l’estetica, altri per il suono, per la voce, altri per l’insieme. Quanto ai luoghi uno in particolare c’è ed è lo Yorkshire. Ci sono stato nella fase in cui prendevano forma i primi brani. L’energia di quel posto sicuramente ha dato una bella spinta. Le situazioni? In fondo i miei dischi parlano di me, anche se in modo abbastanza ermetico.


Come scegli i suoni per creare le tue composizioni? 

Solitamente lavoro stratificando le parti in divenire, spesso parto da sezioni ritmiche che mi creano comfort, per poi sviluppare parti armoniche. In queste fasi avviene anche la scelta dei suoni, ovviamente in alcuni casi si fanno dei tentativi per sentire se il timbro di uno o l’altro strumento funziona nell’insieme. Mano a mano che si sviluppa il brano poi si fanno delle scelte, sostanzialmente in base al gusto personale, ma sempre orientato ad un risultato d’insieme. A volte l’aggiunta di una parte apparentemente insignificante crea da sola il mood del brano, altre volte lo stesso effetto avviene per sottrazione.

Hai mai sperimentato l'uso di strumenti non convenzionali nei tuoi brani?

Mi è capitato di approcciarmi a strumenti che non conosco, perlopiù sintetizzatori. Li trovo affascinanti perché stimolano la creatività, ti danno la possibilità di essere interattivo con le onde che producono. Ma sostanzialmente uso strumenti convenzionali. Basso, chitarra, synth, drum machine. Per le batterie acustiche o per i pianoforti ho degli amici che collaborano…

Come immagini che il pubblico debba sentirsi quando ascolta la tua musica? 

Sono dell’idea che il concerto dal vivo dovrebbe somigliare ad una specie di messa, comunque un’esperienza da condividere assieme col pubblico e dove io dovrei esserne il cerimoniere. Scambio di energia, trasmettersi qualcosa a vicenda. 

Nell’ascolto su disco, mi piacerebbe che il pubblico si prendesse quella mezzoretta per viverlo.


Quali sono le tue canzoni più rappresentative e perché?

Ogni brano è un po’ come un figlio, pertanto da un lato mi sento in difficoltà a fare scelte, ma dall’altro, quello più oggettivo, ci sono dei brani che significano di più. The foggy oblivion per esempio è nata nel 2011 per la colonna sonora di un film indipendente (K smette di fumare, Mon3sor) ed è stata la prima idea che ho ripreso in mano nel momento in cui ha preso forma l’idea del progetto hellBisciu. È particolare perché mantiene l’atmosfera soundtrack, dura più di otto minuti, ha una sua circolarità, un tema scuro che mantiene una certa dolcezza. Me la sento particolarmente cucita addosso.

Un’altra è Rags, che da il titolo al secondo disco ed è quella che ha fatto partire il disco stesso. In quel momento ne avevo già pronto un altro quasi pronto, ma l’ho parcheggiato temporaneamente, perché l’urgenza andava in un’altra direzione, anche sonora. Di quella c’è anche un bel video in rete.

E quelle (anche gli album) che consideri la tua "musica di comfort", quella che ascolti quando hai bisogno di trovare nuova ispirazione?

A dire il vero, cerco di godermi la musica che ascolto per quella che è, senza cercare troppa ispirazione. Chiaro che capita qua e la di essere catturati da suoni, suoni, parole, ritmi, grooves e dire, “vorrei averla fatta io”. Ma solitamente ascolto per piacere mio e il comfort è dovuto al piacere di quel momento, di quel periodo, di quell’ascolto.

Raccontaci qualcosa sulla realizzazione dei tuoi album e se cè, qualche aneddoto in particolare.

Come già accennato i miei albums sono nati per il 70% in casa, lavorando in gran parte da solo. Il primo l’ho finito in uno studio bellissimo, si chiama Sottoilmare, dove del mix si è occupato Luca Tacconi, il titolare. Bravissimo fonico oltre che amico. Era fine dicembre 2018 e sono stato con lui durante tutto il suo lavoro. In quel caso prima di fare il missaggio, su quasi tutti i brani ha registrato le batterie acustiche Fabio Brunelli. Una bella esperienza, in gran parte liscia, anche se ad un certo punto non ero contento di come suonava un pezzo. Ho registrato nuovamente delle parti che avevo trascurato e Luca rifatto il mix da capo.

Il secondo invece ha avuto una realizzazione simile al primo per la parte creativa, ma ho affidato il mix a Dario Caglioni senza mai farmi vedere nel suo studio. Mi mandava delle versioni aggiornate su cui ci confrontavamo per ore al telefono. 

Ma gli aneddoti più belli sono legati agli ospiti, come Jenny Groome ai cori nel primo disco, ma protagonista in tutta la sua potenza nel finale di Foggy Oblivion. Ho trovato una sorta di Clare Torry in pratica… Poi gli amici di lunga data, Nicola Sartori, Eddy Fiorio, Tommaso Franco che hanno lasciato contributi sparsi in diversi brani.

Immagina di poter creare un film e la sua colonna sonora. Quale sarebbe il tema?

Credo un film di suspance oppure drammatico, ma valuterei svariate proposte

Se dovessi suonare un concerto in una location particolare quale sarebbe? 

Non sogno certamente San Siro o il Madison Square Garden. C’è un mondo di club alternative che invece mi attira molto. Oppure qualche festival estivo non troppo grande.


Se potessi fare una collaborazione musicale con un personaggio di fantasia, chi sarebbe e perché? E con quali artisti conosciuti invece ti piacerebbe collaborare?

Trent Reznor, David Bowie, Tim Freese-Greene. La fantasia sta nel fatto che sono irraggiungibili anche se reali

Qual è il luogo o l'ambiente ideale per te quando vuoi essere più creativo e produttivo?

Più che il luogo, il tempo. Se c’è quello basta il mio studietto.

Guardando al futuro, ci sono nuove direzioni o sperimentazioni sonore che hai in mente per le tue future composizioni?

Ci sono cose in cantiere che necessitano approfondimento. C’è attualmente solo l’idea di provare cose per capire meglio la direzione

Hai in programma nuove uscite musicali e/o video dei tuoi ultimi lavori?

Prima di approfondire le direzioni/sperimentazioni future c’è in cantiere un video nuovo per un pezzo inedito, sempre con l’amico Mon3sor. Sarà stucchevole

Oltre al progetto hellBisciu, sei coinvolto in altre iniziative musicali? 

C’è una collaborazione in ballo dove sarei coinvolto come bassista, chitarrista con libertà produttiva, ma non è ancora ufficiale…


Se per un attimo ti fermassi a pensare alla tua musica come una metafora, quali immagini, colori, forme particolari o altri dettagli ti vengono in mente? Come descriveresti la tua musica?

Apprezzo il tentativo di chiedere che genere musicale faccio cercando di uscire dalle solite definizioni. La mia musica lavora sempre dentro una metafora, sia nel suono che nei testi. Sono macchie sonore che si imprimono sui muri dell’anima, laceranti come lame, vive come i cuori, liquide come il sangue, forti come gli abbracci

Chiudiamo questa intervista con una domanda che siamo soliti fare a tutti: cos’è l’Arte e chi sono gli artisti?

L’arte è il mezzo che permette all’artista di arrivare dentro sé stesso e proporre agli altri nuovi punti di vista.

Grazie hellBisciu per averci dedicato il tuo tempo. Ti auguriamo un futuro pieno di traguardi che portino sempre a te e a chi ti ascolta grandi emozioni!

Grazie a voi.




Di seguito riportiamo tutti i link ufficiali dove poter seguire hellBisciu:

http://bit.ly/3T9sWYD (Spotify)

https://www.youtube.com/@hellbisciu1252 

https://beez4.bandcamp.com/music

Copyright © immagini, videoclip e musica di hellBisicu, tutti i diritti sono riservati.

Intervista di Marianna L. per Art-Waves


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