I SOUNDSICK sono un power trio alternative rock composto da due fratelli Ilario e Alexander Onibokun e Valentino Teodori. Le loro influenze spaziano dal post rock al post grunge, dal progressive alla psichedelia. 
La loro capacità di combinare elementi sia semplici che complessi, costituisce una grande dimostrazione di come riescano ad intrecciare perfettamente l'essenza della forma e della melodia in ogni loro lavoro. Nel 2006 pubblicano il loro primo album auto prodotto dal titolo “THE MAN OF BEFORE”.
Nel 2012 pubblicano l'album di debutto "ASTONISHMENT" con la SEAHORSE RECORDINGS, etichetta indipendente, presso l’ Indie Factory studio di Sassari. L'album è stato poi masterizzato da CARL SAFF a Chicago (U.S.A.), noto come produttore e ingegnere del mastering di diverse scene della musica internazionale come “Thurston Moore” dei “SONIC YOUTH”, “Dinosaur Jr.”, “Don Caballero”, ”Coco Rosie” e “Melt Banana”.
Negli anni i Soundsick hanno avuto un'attività live intensa, vincendo vari concorsi tra cui AREZZO WAVE MARCHE, MARTE LIVE MARCHE e ROCK IN THE CASBAH (Sanremo). 
Hanno aperto concerti per artisti di grande rilevanza nel panorama musicale, tra cui NICK OLIVERI (Queens of the Stone Age, Kyuss, Mondo Generator), THE FRATELLIS, NICCOLO’ FABI, IL TEATRO DEGLI ORRORI, ZU, NOBRAINO, IG (Gianni Maroccolo, Luca Bergia, Ivana Gatti), DUFRESNE, e CRIMINAL JOKERS.
Il loro video musicale Lonelinessè stato scelto e trasmesso in alta rotazione dalla redazione di “ROCK TV”, e la band è stata recensita su importanti giornali nazionali e su alcune delle principali riviste musicali come “IL FATTO QUOTIDIANO”, “ROCK IT” e molte altre.
Il loro ultimo album EPIGRAM uscito a Maggio 2023 con l’etichetta discografica Accannone Records di Max Martulli, è stato inciso presso l’ Indipendente Recording Studio, registrato e mixato da NICOLA GIORGETTI e DAVID LENCI ed il Mastering è stato affidato all'ingegnere del suono GIOVANNI VERSARI.

Ciao ragazzi, iniziamo questa intervista partendo subito con il chiedervi come è nata la vostra band e la sua formazione. Presentatevi singolarmente, parlando un po’ del vostro background musicale, così conosciamo tutti i membri. 

Ciao a voi di Art-Waves!!
L’idea di formare una band nasce da me, Ilario Onibokun (chitarra e voce) e mio fratello Alexander Onibokun (batteria e voce). Fin da piccoli abbiamo avuto la fortuna di crescere stando a contatto con la musica grazie ai nostri genitori, i quali avevano una vera e propria collezione di vinili che spaziavano dal rock alla classica. Nostro padre aveva degli strumenti in casa che noi ci divertivamo a suonare. Con la crescita poi, la musica è diventata una vera e propria costante nelle nostre vite, al punto tale da decidere di formare una band. Sapevamo di voler essere un power trio così, dopo alcuni cambi di formazione, abbiamo finalmente trovato la giusta sintonia con Valentino Teodori (basso e voce), che nel suo bagaglio personale oltre ad avere una smisurata passione per la musica, aveva già avuto esperienze con altre band locali. Tra l’altro è anche un grande atleta pluripremiato nel salto in alto ed è colui che più ha la testa sulle spalle. Se siamo ancora in piedi dopo tutti questi anni è anche grazie a lui, dato che ogni volta che io e mio fratello Alex discutiamo, riesce sempre a riportarci con i piedi per terra!!
 
Come si sono evoluti il vostro stile ed il suono da quando avete iniziato a suonare assieme?  

I nostri primi brani avevano decisamente un stile molto minimale. Quando abbiamo iniziato andavamo ancora a scuola e non avendo soldi da investire in suoni e strumenti vari, diciamo che c’erano le idee ma mancava la sostanza. Abbiamo avuto la fortuna di vincere alcuni contest musicali con premi in denaro che ci hanno permesso poi di investire nel nostro progetto e così facendo, il nostro sound ha iniziato pian piano a modellarsi fino a diventare ciò che siamo oggi. In passato credevamo che bastasse avere una buona idea ma, crescendo abbiamo capito che il sound, quell’idea può renderla decisamente migliore. Per noi è sempre stato importante riuscire a spingersi oltre…credo sia questo il motivo per cui i nostri brani con il tempo siano diventati meno minimal e più complessi.
 
Quale sarebbe secondo voi l’ambiente perfetto per godersi appieno la vostra musica? 

Ovunque vi troviate… L’importante è alzare il volume!!!
 
Veniamo al vostro primo album “Epigram” uscito lo scorso 19 Maggio. Il titolo deriva dalla parola epigramma, che indica la capacità di sintetizzare un componimento artistico lungo in una breve frase di poche parole. Nell'album, questa idea è trasposta metaforicamente in 51 minuti e 38 secondi di musica, racchiudendo otto anni di vostre esperienze, un lungo periodo di introspezione. Dentro queste canzoni ci sono esperienze di vita, un’ampia gamma di sensazioni ed emozioni. Vi siete confrontati con tematiche profonde e universali come la forza necessaria per superare le assenze affettive, le maschere che indossiamo per adattarci alla società, la denuncia di ingiustizie come il femminicidio e le corruzioni politiche. Qual è l’ obiettivo primario nella realizzazione di questo album e come immaginate che la vostra musica possa lasciare un'impronta emotiva nella percezione di chi lo ascolta? 

Considerando che al giorno d’oggi gran parte della musica che ci viene propinata è praticamente vuota, priva di senso e profondità culturale, fin dal principio sapevamo di voler provare a fare un album che avesse qualcosa da dire sia a livello musicale che concettuale. Il fatto è che le ingiustizie che ci circondano al giorno d’oggi, ci fanno veramente incazzare e l’unica arma a disposizione che abbiamo per comunicarlo è la musica. Se riusciamo a lasciare un’ impronta emotiva in chi ci ascolta, vorrà dire che siamo riusciti nel nostro intento.
 
Un tema trattato nell’album è qualcosa che ha a che fare con la vita di tutti i giorni: indossare metaforicamente delle “maschere” per adattarsi alle aspettative sociali, professionali o personali. Il rischio di questa pratica è che, nel tempo, queste possano diventare così integrate nella nostra identità che potremmo perdere di vista chi siamo veramente. Voi come percepite il delicato rapporto tra l’adattamento alle aspettative sociali e l'affermazione della vostra identità personale ed artistica? 

Come band, per noi è sempre stato fondamentale rimanere noi stessi. Se avessimo seguito le mode del momento, probabilmente avremmo fatto la trap. Per quanto riguarda l’aspetto personale, siamo sempre stati degli outsider che si schierano dalla parte dei più deboli e delle minoranze per natura. Non ci siamo mai integrati in questa società dove ciò che realmente conta è solo il “dio denaro”.

 
Ulteriori elementi affrontati nell'album riguardano argomenti come il femminicidio e le ingiustizie sociali. Nella vostra musica come siete riusciti a canalizzare la forza emotiva per trasmettere il vostro pensiero in merito a questioni così sensibili? 

In questi anni di scrittura dell’album, sono successe molte cose nelle nostre vite. Ci sono stati fatti accaduti che ci hanno toccato personalmente nel profondo, mentre altre brutte esperienze purtroppo sono toccate a persone a noi molto care. Quando hai a che fare con tutto questo e metaforicamente parlando, senti quel cazzotto nello stomaco che ti fa’ venire voglia di vomitare tutta la rabbia che ti resta intrisa nell’anima… è in quel istante che sentiamo il bisogno di mettere in musica ciò che proviamo, quasi come fosse una liberazione. In sostanza, scrivere musica ci aiuta molto. Speriamo riesca a suscitare sfogo anche in chi ci ascolta!!
 
Analizzando il tema della politica che si insinua nella vita di tutti i giorni, delineato nella canzone intitolata "Tenia", e tenendo conto del potere che ha la musica nello smuovere le coscienze, in che modo ritenete che questa possa "plasmare" la consapevolezza delle persone e spingerle all'azione? 

Plasmare la consapevolezza delle persone e spingerle all’azione in realtà non è mai stato il nostro scopo. Equivarrebbe a fare una sorta di lavaggio del cervello nell’ascoltatore e se ci pensiamo non suona affatto bene. Ma siamo perfettamente consapevoli che certe prese di posizione debbano venire dal libero arbitrio appartenente ad ognuno di noi. Provare a smuovere le coscienze, esternando il nostro punto di vista… questo suona meglio.


Potreste condividere un momento o un’esperienza che ha avuto un impatto significativo per la creazione di questo album?  

Uno dei primi concerti che abbiamo fatto esibendoci con i brani che sarebbero poi finiti sul nostro ultimo album è stato in apertura alla band THE FRATELLIS al Mamamia di Senigallia (AN). Quella sera c’erano moltissime persone. A fine concerto gli apprezzamenti ricevuti sia dai THE FRATELLIS che dal pubblico presente ci fecero capire che eravamo sulla strada giusta per concretizzare ciò che realmente avevamo in testa. 

Scegliete singolarmente una canzone tratta da "Epigram" che vi rappresenti al meglio: quale e perché? 

Probabilmente il Brano intitolato “TENET OPERA” crediamo sia quello che ci rappresenta meglio. Fin dal principio durante la sua creazione è sempre stato un brano in continua evoluzione. E’ un viaggio dove rabbia, dinamica e psichedelia si incontrano. E’ mistico, e nella composizione regnano sia il l’ordine che il caos…proprio come nelle nostre menti. Insomma 13:47 minuti di pura follia.



 
Qual è stata per voi la fonte di ispirazione più insolita o inaspettata che vi ha portato alla realizzazione di una canzone? 

Anni fa scrivemmo un brano che nacque mentre Ilario si trovava a lavoro in una lavanderia industriale. Stava inserendo in una mega lavatrice delle tovaglie ammuffite ma che al tempo stesso conservavano ancore il buon odore di un anice molto famoso dalle nostre parti, “Il Varnelli”. Quel mix di odori, fece nascere istantaneamente nella sua testa uno dei brani a cui ancora oggi teniamo di più. “VARNELLI & MUFFA”.  Strana l’ispirazione eh?
  
Se per un attimo vi fermaste a pensare alla vostra musica come una metafora, quali immagini, colori, forme particolari o altri dettagli vi vengono in mente? Come descrivereste la musica dei Soundsick? 

Viscerale è senz’altro una parola che ci rappresenta!! Inoltre il posto in cui si crea la musica, ha senz’altro un ruolo chiave radicato in noi stessi ed avendo la fortuna di avere una sala prove immersa nel verde, quando proviamo è come se fossimo in simbiosi con la natura. La nostra musica è come se fosse una spugna. Ciò che assorbe è ciò che rilascia… dalle sensazioni, ai colori fino alle atmosfere di cui siamo circondati. 
E’ come un flusso di coscienza che va da sé. 

All'interno di Art-Waves, nutriamo una fervida curiosità nell'esplorare costantemente nuovi artisti e realtà musicali, considerando i suggerimenti provenienti dalle nostre interviste come un affascinante veicolo per immergerci in mondi paralleli e sconosciuti. Ultimamente, quali riferimenti sonori, artisti o band hanno catturato la vostra attenzione? 

Purtroppo per quanto ci riguarda non c’è molta musica al giorno d’oggi che è riuscita a catturare la nostra attenzione come i mostri sacri con cui siamo cresciuti, ma possiamo dirvi che di recente abbiamo trovato molto interessanti artisti come “BIG BLACK DELTA”, “THE MURDER CAPITAL”, “IDLES”, “NU GENEA”,  “BLACK PEAKS” e “CIVIL CIVIC”.
 
Se nel futuro, diciamo tra poco più di 100 anni, qualcuno trovasse un album dei SOUNDSICK e si mettesse all’ascolto che cosa vi piacerebbe che le persone imparassero dalla vostra musica? 

Che avere una buona idea conta più dell’essere fenomeni senza avere nulla da dire. Che ciò che realmente conta è il nostro spirito, il nostro essere interiore e la nostra anima… e che il materialismo fa schifo. 
 
Avete in programma a breve nuove uscite musicali o video dei vostri ultimi lavori? 

Si abbiamo una marea di idee su nuovi brani da sviluppare, e idee anche per dei video da fare sui nostri ultimi lavori fatti… Il problema è che il tempo è poco e ne parliamo solo in sala prove (2/3 volte al mese) Speriamo vivamente che in futuro la situazione si sblocchi un po' per avere più tempo per noi. 

Diteci dove possiamo vedervi dal vivo a breve: avete concerti in programma? 

Quest’anno dopo aver fatto alcuni concerti, per noi si è concluso con una data al Drunk in Public di Morrovalle il giorno 8 dicembre ed un Live il 22 Dicembre al Circolo Dong di Macerata dove abbiamo avuto il piacere di aprire il concerto dei ROBOX. Per quanto riguarda la programmazione dei Live per noi ancora è tutto un “work in progress” in quanto stiamo cercando una buona agenzia di Booking che faccia al caso nostro. 
 
Su quali palchi (o in quali posti) sognate di esibirvi e perché?  

Ci piacerebbe suonare il più possibile nei festival con band importanti, perché al giorno d'oggi pensiamo sia il modo migliore per farci notare il più possibile. In passato abbiamo avuto la fortuna di suonare con realtà importanti e dopo il live il riscontro è stato pazzesco.
Quindi speriamo di avere in futuro sempre più possibilità di suonare in questo tipo di situazioni

Chiudiamo questa intervista con una domanda che siamo soliti fare a tutti: cos’è l’Arte e chi sono gli artisti?  

L’arte per noi è il Pathos che risiede nell’anima. Gli artisti, sono portatori di nuova luce. Sono coloro che hanno la fortuna di poter liberare, condividere e trasformare il Pathos in qualsiasi forma esso abbia la necessita di manifestarsi. Che sia la scultura, la scrittura, la pittura, la poesia, la musica etc…  l’artista sente ciò che gli altri non sentono e vede ciò che gli altri non vedono. 
 
Grazie ragazzi per averci dedicato il vostro tempo. Vi auguriamo un grandissimo successo e che possa realizzarsi tutto ciò che desiderate! 
 
Grazie a voi per averci dato questa bellissima opportunità e per il bellissimo augurio!!!!  Vi auguriamo il meglio e speriamo di vederci in giro… magari ad un nostro concerto!! 


SOUNDSICK - Disco Rat (dall'album "Astonishment")


SOUNDSICK - Loneliness


Di seguito riportiamo tutti i link ufficiali dove poter seguire i SOUNDSICK: 


Copyright © immagini, videoclip e musica dei SOUNDSICK, tutti i diritti sono riservati. 

Intervista di Marianna L. per Art-Waves

Credits:

L’album è stato inciso presso l’ Indipendente Recording Studio ed è stato registrato e mixato
da David Lenci e Nicola Giorgetti.
- Featuring: Lorenzo Arteconi al sassofono nel brano “hypnotic dreamlike and smoking
manhole”, Fabio Bianchi alla tromba nei brani “hypnotic dreamlike and smoking manhole”
e “Lolah”.
- Mastering realizzato a cura di Giovanni Versari, presso La Maestà Mastering Studio.
- Label: Accannone Records
- Distribuzione: Black Candy produzioni / Belive Music
- Agenzia stampa: Lunatik
- Cover artwork: Nila Shafiei
 
 

 
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