Incontriamo Alberto Baldo, l’artista che, con il suo brano “Qualche giorno in più”, ha ricevuto una menzione speciale ad “On The Music Waves – International Song Contest” distinguendosi tra i tanti partecipanti provenienti da 25 Paesi nel mondo.
Seguiteci in questo viaggio per conoscere l’artista: musicista e cantautore indipendente che canta di storie umane ed emozionanti.
Domanda iniziale per conoscerti un po’ di più: chi è Alberto Baldo. Raccontaci il tuo percorso: dalla nascita della tua passione per la musica, passando per gli studi, fino ad arrivare alla realizzazione dei tuoi due brani originali che hai presentato al contest “Come un uragano” e “Qualche giorno in più”.
Ho iniziato ad appassionarmi alla musica alla scuola media, imparando a suonare strumenti a fiato, in particolare il clarinetto nella banda musicale locale. All’epoca purtroppo non esistevano tutti i percorsi di studio che ci sono ora. Poi a sedici anni ho iniziato a suonare il basso elettrico, prima da autodidatta e poi, dopo qualche anno, ho studiato lo strumento presso una scuola e prendendo anche altre lezioni private. Contemporaneamente hoimparato anche a suonare la chitarra da autodidatta e conoscere uno strumento polifonico è fondamentale per scrivere canzoni. La musica è sempre stata presente nella mia vita: ho suonato con vari gruppi approfondendo un po’ tutti i generi musicali e calcando tanti palcoscenici. Suono ancora a tutt’oggi con il mio gruppo storico che ho contribuito a fondare, i Rust, con i quali ormai si è consolidato un rapporto di amicizia. Da qualche anno ho deciso di proporre e pubblicare anche i miei inediti, affiancando l’attività di musicista con quella di cantautore. Così sono nati i brani “Come un uragano” e “Qualche giorno in più”.
Parlaci delle tue influenze musicali e quanto hanno ispirato le tue composizioni.
Sono “figlio” principalmente degli anni novanta e ho ascoltato e suonato veramente di tutto! Dall’hard rock ed heavy metal, al brit-pop, al grunge, ai maggiori gruppi italiani (i primi Litfiba con Gianni Maroccolo al basso, i Denovo, i Timoria, i Karma, i Ritmo Tribale, i veneti Estra) e devo dire che ho ascoltato anche molti cantautori: da Luca Carboni, a De Andrè, Dalla e Battiato. E anche Massimo Bubola. E poi l’ammirazione per i bassisti: Sting e il nostro Max Gazzè… E’ inevitabile che entriamo in risonanza con ciò che ci fa provare emozione e che questo poi influenzi in qualche modo anche il processo creativo. Però se cerco di fissare le idee su un mio brano, non mi pongo mai il problema di assomigliare a qualcuno, nè di essere necessariamente coerente con quanto fatto in precedenza.
Entrando nel dettaglio, come avvengono le varie fasi della scrittura? Come prende forma l’impronta che caratterizza un brano e da dove trai l’ispirazione creativa?
Per quanto mi riguarda posso dire che tutto nasce da uno stato d’animo o dauna riflessione personale e che testo e melodia vanno, nel mio caso, spesso di pari passo. Farei fatica a lavorare su una melodia che non sento mia o su un testo che non ho scritto io. Ho compreso che devo avere il controllo totale sul brano: melodia, parole e metrica. Il testo è fondamentale per me, la metrica non deve essere forzata e il processo creativo di un brano deve essere spontaneo e fluente: le canzoni migliori, a mio avviso, fioriscono in poco tempo. Poi possono sempre essere migliorate, rifinite. L’arrangiamento, il “vestito” del brano, lo lascio poi fare a chi ha competenze tecniche migliori delle mie. Spesso anzi è curioso scoprire che il brano può suonare anche in modo diverso da come originariamente l’avevo immaginato.
“Qualche giorno in più” è il brano che ha catturato la nostra attenzione e che affronta il tema dei bambini soldato e della loro infanzia rubata. Come è nata questa canzone?
E’ nata dopo le feste di Natale del 2021. Ho letto un articolo che purtroppo metteva in evidenza l’esistenza di bambini soldato in varie parti del mondo e poi ho osservato i miei figli che giocavano con i videogames. Ho pesato le due situazioni e mi sono detto che siamo fortunati e che le quotidiane battaglie che ci troviamo davanti spesso sono ben poca cosa rispetto a quelle che si ritrovano a vivere questi ragazzini. Mi sono chiesto che cosa ci direbbe un ragazzino che vive gli atroci scenari di violenza e di guerra in modo reale e non virtuale nei videogames… E soprattutto mi sono chiesto se saremmo in grado di capire il suo grado di sofferenza data la distanza tra i nostri “mondi”. In fondo “Qualche giorno in più” è una canzone sull’empatia, sulla compassione, nel senso più profondo del termine.
L’altra tua proposta per il contest è stata “Come un uragano”, una canzone intensa che tratta la perdita di un figlio e della voglia di reagire al lutto nonostante tutto. Cosa puoi dirci a riguardo?
Nel corso della mia vita ho perso amici, anche il primo batterista della nostra band purtroppo è mancato molto giovane ed eravamo esattamente coetanei, nati proprio nello stesso giorno e nello stesso anno, a pochi chilometri di distanza. Ora, da genitore, ho provato ad immaginare il dolore di un padre che affronta una tragedia simile ed è nata “Come un uragano”, che comunque vuole essere anche un invito a continuare a vivere e non solo a sopravvivere, anche dopo una simile tragedia. Perchè il legame tra genitori e figli è eterno. Poi, a brano ultimato, mi sono accorto che può essere di consolazione anche per un figlio che perde un genitore. Il senso non cambia. E’ a tutti gli effetti una canzone d’amore.
Parliamo ora dei tuoi prossimi singoli. Sappiamo infatti che per l’estate è prevista l’uscita di una canzone e che c’è in programma qualcosa anche per il prossimo autunno. Ci puoi dare qualche anticipazione ? Quali saranno i temi?
Il prossimo pezzo sarà una bella botta! Molto diverso dagli altri… sarà energico e anche un po’ “arrabbiato”, con il desiderio di prendere le distanze da chi nella vita crede che ci sia la serie A per i furbi e la serie B per i meno furbi… in un mondo in cui spesso si scambia la gentilezza o l’essere miti con l’essere deboli, penso che molti si ritroveranno nelle mie parole. L’arrangiamento è già finito e a breve registrerò le voci. Il secondo pezzo sarà una ballata, dopo un pezzo energico tornerò ad essere un po’ più quieto e a trattare temi più intimi.
Se per un attimo ti fermassi a pensare alla tua musica come fosse una metafora, quali immagini, colori, forme , particolari o altri dettagli ti vengono in mente? Come descriveresti la tua musica ?
Mi è sempre piaciuto accostare la musica ad altre forme d’arte, la poesia e la pittura. Mi piace chi riesce con semplicità ad aprire mondi complessi: mi piace accostare “Come un uragano” ad una poesia di Umberto Saba, alla pioggia e anche al colore azzurro e all’arcobaleno e “Qualche giorno in più” al colore giallo e ai quadri di Antonio Ligabue, forse per la spontaneità. Non so perchè… ma in fondo va bene così… se ci fosse una spiegazione razionale, l’arte perderebbe la sua magia. Il prossimo pezzo che uscirà invece me lo immagino come un cavallo al galoppo e che sbuffa pure un po’…
Un album (o un artista) che ha cambiato la tua vita e perché…
E’ una bella domanda… son talmente tanti… Quelli che mi han spinto a prendere in mano il basso e a suonare in gruppi direi i Litfiba con Gianni Maroccolo al basso e i Timoria… mi han fatto capire l’importanza del basso come strumento all’interno del gruppo. L’artista che mi ha spinto a cantare credo sia Chris Cornell, una voce meravigliosa, emozionante. E anche Sting, artista e musicista enorme. Purtroppo non ho le loro capacità vocali... Gli artisti che mi han spinto a scrivere e pubblicare i miei pezzi, invece, Massimo Bubola, Dalla e Battiato. E anche Samuele Bersani. Canzoni come “Giudizi Universali”, “Henna”, “Le Rondini”, “La Cura”, “Puoi uccidermi”, “Niente passa invano”... ci portano altrove… Starei ore a parlare della loro musica...
Oggi le Major puntano molto sui talent e tanti musicisti si fanno conoscere così. Cosa ne pensi di questi programmi ?
Dipende: i talent show potrebbero essere di aiuto a qualche artista effettivamente talentuoso per ottenere in tempi brevi visibilità e notorietà che altrimenti si otterrebbero in tempi più lunghi e con molta “gavetta”. Se effettivamente c’è talento e capacità, ben vengano. Se invece sono dei meccanismi per costruire solo dei personaggi ad uso e consumo dei media senza che vi sia sostanza… beh… allora direi che se ne può fare volentieri a meno… Io comunque è già da un po’ di anni che non li seguo più...
Cosa rappresenta per te la musica ed il “fare musica” ?
Suono da molti anni ormai… la musica è vibrazione e ci apre dei mondi, delle percezioni che altrimenti non potremmo esplorare. Anche noi siamo “vibrazione” e quando proviamo emozione ascoltando un brano musicale entriamo in risonanza con esso. “Fare musica” significa aprire il proprio mondo anche ad altri, condividere attraverso frequenze e vibrazioni ciò che siamo e la nostra sensibilità. “Fare musica” è anche liberatorio: significa affrontare emozioni, esternarle e non tenerle inespresse o, peggio, represse. In questo senso è anche terapeutico e, a conti fatti, costa addirittura meno di una serie di sedute dallo psicologo…
Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
Continuare a suonare e a pubblicare i miei pezzi, ho parecchia carne al fuoco. Da artista indipendente ho il vantaggio che posso pubblicare ciò che mi passa per la testa in modo coerente ai messaggi che voglio trasmettere. Però c’è anche il fatto che mi devo autofinanziare per realizzare i miei brani... Quindi cercherò di produrre il tutto secondo le mie possibilità. Mi piacerebbe anche girare qualche video dei miei brani in futuro. Dovrei anche curare un po’ di più i miei profili social, oggi è fondamentale. Ma purtroppo non ho tempo per tutto.
Dove possiamo vederti dal vivo a breve? Hai concerti in programma?
Mi potrete vedere dal vivo con il gruppo “Rust”, soprattutto quest’estate, e non mancheranno anche i miei pezzi. A tal proposito le date saranno note nei vari profili social.
Chiudiamo questa intervista con una domanda che siamo soliti fare a tutti: cos’è l’Arte e chi sono gli artisti ?
Una domanda da un milione di dollari... L’arte è un processo di creazione di un’opera che genera emozione, al di là del tempo e dello spazio. Senza emozione, per me, non c’è arte. L’artista è colui che, aprendo le “antenne” della propria sensibilità riesce, per il tramite delle proprie creazioni artistiche, a donare emozione a chi entra in risonanza con la sua opera.
Grazie Alberto per averci dedicato il tuo tempo. Ti auguriamo un grandissimo successo e che possa realizzarsi tutto ciò che desideri!
Grazie a voi. Viva la musica!
Di seguito tutti i link per seguire Alberto Baldo sul web:
Spotify: https://open.spotify.com/artist/3FweHrlXbGxVEuJkNBEjPd
Apple Music: https://music.apple.com/it/artist/alberto-baldo/1606919496
Youtube: https://www.youtube.com/@albertobaldo523
Instagram: https://www.instagram.com/alberto.baldo75/
Rust on Instagram: https://www.instagram.com/rustofficial1993/
Copyright © immagini e musica di Alberto Baldo, tutti i diritti sono riservati.
Intervista di Marianna L.
Art-Waves Cultural Association
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