Nel vasto universo musicale, esistono personalità dotate di notevole versatilità, è il caso di Elia Martina, polistrumentista in grado di catturare l’attenzione degli amanti del genere elettronico sperimentale, trascinando l’ascoltatore in un vortice di atmosfere cupe e misteriose. 

Elia ha già contribuito come musicista a diversi progetti (Godamn Superstar, La Sindrome, Espana Circo Este) e suona la chitarra nella band di Numa Echos. Nel 2018, insieme all’attore Marcello Maietta, ha fondato i Siriana, un progetto che mescola alternative rock-pop con elementi operistici, malinconici, fusioni digitali e hard rock, in cui i suoni del suo basso e dei suoi synths, riescono a trasmettere emozioni intense.

La sua capacità di adattarsi a molteplici generi musicali, lo ha portato nel tempo all'ideazione di un progetto solista ed è su questo che ci soffermeremo durante l'intervista.

La pubblicazione del suo primo disco Happy Days (2019), seguito da diversi altri singoli enigmatici ed un altro MiniEp sul genere metal/ambient/country (“Story About A November Day”), fa emergere il suo stile personale e riesce a creare mondi immaginari ed evocare sensazioni inquietanti con le sue atmosfere, attraverso il crescere della tensione e l'inesorabile avvicinarsi dell'ignoto. Sinistre impressioni sonore, conducono l'ascoltatore in un affascinante viaggio, attraverso momenti di intensa suspense.

In un mondo dove la musica è una lingua universale, Elia parla questa lingua con eloquenza, regalando una fusione di suoni ipnotici, come se ogni nota provenisse da un'oscura dimensione; ove è presente il pianoforte sembra essere abilmente manovrato da un fantasma.

La sua musica è un invito ad addentrarsi nei territori inesplorati dell'animo umano, dove orrore ed elettronica si intrecciano in un'esperienza sonora che stimola l’immaginazione.


Ph di Alessandro Binotti
Domanda iniziale per conoscerti un po’ di più: chi è Elia Martina? Come ti sei avvicinato alla musica per la prima volta? 

Chi sono. Credo di aver sposato l’idea che ogni giorno è sacro per imparare, creare, muovermi. Quindi ora come ora sono una persona che vuole allargare i propri confini, o meglio… distruggerli, ma niente di trascendentale in questa affermazione, siamo fatti tutti di carne ed ossa.
Da due anni mi sono dato anche alla corsa. 
La musica è sempre stata presente sin da quando ero piccolissimo, Il primo gancio, in senso di attrazione fu Michael Jackson, invece in senso “pratico” i Litfiba e Marilyn Manson.
Poi c’era un vicino di casa di mia nonna che mi passava dischi Hip Hop degli anni ’90.

Quando hai deciso di intraprendere il percorso di creare composizioni completamente tue, come hai scoperto la tua identità musicale?

Nel 2012 ho cominciato a scrivere e pensare di avere un gruppo, ma non è mai cominciato. Nel 2018 avevo deciso di scrivere un album di Jingle, poi invece ho cominciato a sovrapporre sintetizzatori, quasi per gioco. Andando avanti in questa nuova forma di scrittura, ho messo tutto insieme e sono venute fuori dieci canzoni, così è nato il primo album “Happy Days”.
Più che scoprire l’identità, l’ho costruita con gli anni e cambia sempre o meglio….sfuma sempre in qualcosa di diverso. Mi vedo come un frullato coloratissimo, con in mezzo qualche nocciola e alla fine un caffè bollente. Questa è la mia identità musicale. 


La storia di Happy Days descrive gli attimi prima di addormentarsi.
I titoli delle canzoni formano una frase.
Questo perché mi piace il confine tra gli eventi, dove si finirà poi nel sonno?


Story About a November Day riprende il tema del mondo onirico.
I titoli sono: _Morning, Afternoon, Evening_
Si comincia con __Morning, dagli attimi prima svegliarsi, come di ritorno da un altro mondo, per poi vivere la giornata che comincia.
Afternoon, il pomeriggio è il momento che meno preferisco della giornata, e quindi l’ho scritta apposta come se ogni battere della batteria, mi scavasse dentro.
Evening__ al contrario la sera è il momento che preferisco, che fosse per me non dovrebbe mai finire. E’ stata anche la più coinvolgente da scrivere, anche se il tema finale l’ho praticamente improvvisato. Poi finisce sempre con suoni elettronici che rappresentano… l’indefinito.
Ogni canzone poi, ha i suoi colori. 


VooM è dedicata alla mia vecchia camera da letto… viola. 


VooM



Mrs Clock è il lavoro del quale sono più fiero. Nasce da una storia che gira nella mia testa da tempo: un cowboy che aspetta la propria morte nella sua vecchia casetta di legno in Texas, alle sei del pomeriggio. Mrs Clock fa il resto.
É stato il lavoro più ispirato di tutti. Anche qui tutte le canzoni sono cucite una ad una.


Half Sleep With A Witch


SoMNiS

Ci sono libri, film o altre forme d'arte che ti hanno influenzato profondamente e che in qualche modo hanno un collegamento con la tua musica?

Non particolarmente. C’è un mondo di riferimento che meglio non poteva esser descritto come nella presentazione. Posso citare però alcuni libri, tra i miei preferiti come, “Le notti di Salem”, “Dracula”, “Lunar Park”, “la Coscienza di Zeno” che sicuramente hanno qualcosa di analogo a quello che scrivo. 
Ci sono luoghi, pensieri, sogni, alberi, o anche semplicemente cose della vita di tutti i giorni che possono far partire un’idea. A me ispira a volte anche semplicemente vedere la vita scorrere quando sono seduto a bere un caffè al bar. In realtà tutto può fungere da “scintilla”, bisogna saperla cogliere, come la Signora Orologio. 


Come scegli i suoni e i sintetizzatori per creare una sensazione di tensione nelle tue composizioni? 

Li scelgo in base ad un riferimento che ho già in testa, anche se la cosa più divertente è giocare con i parametri di ognuno, e farli diventare altro. Poi ce ne sono alcuni che anche in situazioni meno elettroniche uso comunque come sottofondo.

Hai mai sperimentato l'uso di strumenti non convenzionali per creare le tue sonorità?

No non direi, ma mi piacerebbe. Pensavo a qualche strumento d’orchestra, come il corno inglese, per arricchire i suoni, o in alcuni casi renderli protagonisti. In certi casi basta anche una nota, o mezza nota. 
Anche in Mrs Clock c’è un violino con inserita una distorsione al massimo di quel che si poteva.

Come immagini che il pubblico debba sentirsi quando ascolta la tua musica? 

In un “altrove”. 


Quali sono i brani o gli album che consideri la tua "musica di comfort", quella che ascolti quando hai bisogno di rilassarti o trovare ispirazione?

Ultimamente sono molto colpito dagli anni ’60, ma non conosco ancora molti titoli.
Invece più nello specifico ci sono cose di Eilen Jewell, Carla Bruni, Chelsea Wolfe, Elisa che sono proprio come un cuscino per l’anima. 
Poi c’è “Canzoni dell’appartamento” di Morgan che è una meraviglia.
Ultimamente per quanto riguarda il suonare la chitarra sono molto ispirato dai Sex Pistols.


Immagina di poter creare un film e la sua colonna sonora. Quale sarebbe il tema?

Potrei immaginare così sul momento, un viaggio di perdizione nella Death Valley. 

Se dovessi suonare un concerto in una location abbandonata e infestata, lo faresti? Cosa immagini (o vorresti) che possa accadere durante la tua performance?

Assolutamente si, ma ogni luogo ha il suo angolo infestato.
Accade di sentire una forza diversa.

Se potessi fare una collaborazione musicale con un personaggio dei tuoi incubi, chi sarebbe e perché?

Patrick Bateman in assoluto, anche se “American Psycho” (uno dei libri più noiosi a parer mio), è un boost per la fantasia sfrenata. Oltreché esser una guida sull’abbigliamento, la cucina e i biglietti da visita.

Qual è il luogo o l'ambiente ideale per te quando vuoi essere più creativo e produttivo?

In genere è quello che ti fa sentire a tuo agio. Morirei per scrivere canzoni chiuso in una baita sulle Dolomiti. E sarei anche già sul posto per correre :)

Guardando al futuro, ci sono nuove direzioni o sperimentazioni sonore che hai in mente per le tue future colonne sonore?

Non le conosco ancora, ma voglio creare nuove miscele, nuove forme.

Hai in programma nuove uscite musicali e video dei tuoi ultimi lavori?

Di solito lavoro a “pezzi”, mai su una sola canzone. 
Oppure vince, e quindi esce prima, la cosa che mi stimola di più. 
Per quanto riguarda i video sarebbe molto bello per me mettere in scena “Mrs Clock” (il mio penultimo Ep)

Oltre alla tua attività come solista, sei coinvolto in altre iniziative e progetti musicali paralleli con le tue band attuali, Siriana e Numa Echos. Come procede la tua esperienza attuale in queste collaborazioni?

Con Numa registrare è stato molto semplice in realtà. Vista la distanza che ci separa perché lei abita a Venezia ed io a Forlì, ho registrato tutto con il computer disposto sul divano. Lei mi manda le basi ed io registro le parti, poi ci confrontiamo e modifico/aggiungo/elimino.

Con i Siriana invece siamo alla ricerca di un Booking e questa estate abbiamo fatto da spalla ai Deus, al Roma Summer Fest. E’ uscito il nostro album a Settembre “Neorama”, prodotto da Pier Paolo Capovilla, ex Teatro degli Orrori.


Se per un attimo ti fermassi a pensare alla tua musica come una metafora, quali immagini, colori, forme particolari o altri dettagli ti vengono in mente? Come descriveresti la tua musica?

A me piace pensare ad un quadro, in cui si svolge la scena, ma poi come per i limiti, le cornici si possono rompere. I colori in genere sono quelli che si vedono sulle copertine dei miei dischi, più precisamente come per “REC”, mentre la scrivevo vedevo il grigio. 
Per quanto riguarda le immagini invece, ho l’abitudine di fare un sacco di foto quando sono in giro, e se ho la “fortuna” di trovare un’associazione tra foto e canzone, ho già la copertina. Oppure in base alle foto, scrivo una canzone.



Hai in programma future collaborazioni musicali / ci sono artisti con cui vorresti lavorare in futuro? 

In occasione della data di Roma con Numa (30 Settembre 2023 "CALL FOR LIVE - Music Festival") ho preso contatto con un ragazzo per scrivere qualche canzone insieme, partendo da un’idea di genere Synth pop, e con la massima libertà di spaziare, una cosa che mi stimola molto.
Poi il massimo per me sarebbe scrivere qualcosa per la già citata Signorina Wolfe, e parlando di italiani mi incuriosisce Calcutta.

Chiudiamo questa intervista con una domanda che siamo soliti fare a tutti: cos’è l’Arte e chi sono gli artisti?

C’è una frase di Manson che mi ha colpito nella sua semplicità : “noi mettiamo cose nel mondo”.
Quindi gli artisti/l’arte è per me, la “vita” che ognuno ha dentro di sé, e la porta alla luce. 

Grazie Elia per averci dedicato il tuo tempo. Ti auguriamo un futuro pieno di traguardi che portino sempre a te e a chi ti ascolta grandi emozioni!

Di seguito riportiamo tutti i link ufficiali dove poter seguire Elia Martina:


Copyright © immagini, videoclip e musica di Elia Martina, tutti i diritti sono riservati.


Intervista di Marianna L.  per Art-Waves 
SHARE 0 comments

Add your comment

COPYRIGHT © Art-Waves e-magazine · THEME BY WATDESIGNEXPRESS