Cari lettori, torna a trovarci Numa Echos per raccontarci le sue ultime novità e i suoi progetti, che spaziano tra musica, scrittura e performance. Artista eclettica, Numa si nutre di arte, musica, cinema e teatro, dando vita a opere dal forte impatto emotivo e cariche di mistero. Poetessa e autrice di antologie, spesso in collaborazione con Andrea G. Pinketts, ha diretto e interpretato il cortometraggio Sogni di Lucida-Mente, ritratto di un mondo interiore complesso e affascinante.

Ha condotto il programma musicale Shine in Venice su OlzeTv powered by Sky, dove ha ospitato artisti di rilievo della scena italiana, e continua a catturare l’attenzione di un pubblico ribelle e inquieto con i suoi dj set e live show dalle sonorità dark, rock, industrial e trip-hop. Negli ultimi anni, Numa ha portato le sue performance anche all’estero, partecipando come dj al Festival del Cinema LGBT in Svizzera. Nel 2023 ha condiviso il palco con Andy Bluvertigo durante il Festival Call for Live al Kill Joy di Roma, evento che ha dato origine a un nuovo progetto: il remix di alcuni suoi brani da parte dello stesso Andy, che ne esalta ulteriormente le atmosfere cupe e magnetiche.

Nel suo ultimo album, ”Descending Consciousness”, le collaborazioni con figure come Peter Slabbynck dei Red Zebra e il remix di Andy Bluvertigo si fondono in un sound ipnotico e malinconico, evocando una profondità fragile e consapevole. Il suo percorso creativo è in continua evoluzione: attualmente, sta collaborando con il Maestro Marco Paladin del Teatro La Fenice di Venezia a uno spettacolo che intreccia le sue atmosfere intense con la musica barocca, costruendo un ponte tra epoche diverse. Recentemente, Numa ha ottenuto la menzione d’onore con il brano ”Altre cose si spiegano” al contest musicale I Want Your Music, e il singolo sarà incluso nel suo nuovo EP in italiano, accanto a collaborazioni con artisti italiani di spicco. Tra i progetti in fase di sviluppo, c’è anche un’opera letteraria che esplora il tema del dolore e del lutto. Scoprite di più sul suo affascinante mondo attraverso questa intervista. Buona lettura!

Ciao Numa, è sempre un piacere ritrovarti. Stai vivendo un momento davvero ricco di soddisfazioni e riconoscimenti. Ti faccio subito i complimenti per la menzione d’onore ricevuta al contest “I Want Your Music” con il brano “Altre cose si spiegano”. Quali emozioni ti ha suscitato questo riconoscimento? E, in generale, come stai vivendo questa fase del tuo percorso artistico?

E’ un grande piacere anche per me ritrovarvi e ringrazio vivamente la giuria del contest “I Want Your Music” per avere dedicato una menzione d’onore al brano “Altre cose si spiegano”. Riconoscimento che ha suscitato emozioni contrapposte a quelle che solitamente monopolizzano i miei giorni e in particolar modo questo periodo storico. Il fatto che sia stato dato peso ad un brano che tratta un tema molto delicato ed attuale, ossia la violenza nei confronti della donna, mi dona un barlume di speranza in un momento in cui le fasi del mio percorso artistico viaggiano parallelamente al dolore e all’incapacità di elaborare i lutti che recentemente mi hanno colpita.

Come si inserisce “Altre cose si spiegano” all'interno del tuo repertorio? Qual è il suo messaggio centrale? Lo chiediamo pensando a chi non ha ancora avuto il piacere di scoprire questo brano e l’intensità che porta con sé...
 
Si fonde perfettamente con il messaggio che desidero comunicare mediante le mie creazioni artistiche. Un messaggio di luce ed evoluzione, di incitazione all’azione che protende verso la bellezza. Attraverso l’analisi delle problematiche è possibile risolverle, attraverso l’oscurità è necessario passare per poter apprezzare la luce.


Puoi parlarci del team di musicisti e collaboratori con cui hai lavorato per questa canzone? Alcuni sono personaggi di rilievo, come li hai scelti e quale contributo unico hanno portato nella sua realizzazione?

L’idea di scrivere in italiano aleggiava da tempo. Si è concretizzata nel momento in cui Massimo Tettamanti, musicista, compositore e socio di Chiesa & Partners s.r.l., società che si occupa di “publishing”, tutela della proprietà intellettuale e assistenza tecnico-legale con il quale collaboravo da tempo, mi ha proposto di realizzare qualcosa in italiano. Lo scopo iniziale per il quale la canzone era stata scritta è stato poi modificato, il brano ha cambiato “destinazione d’uso” e questo rappresenta un elemento fondamentale a livello esistenziale: tutto è in continua metamorfosi. Alla realizzazione di “Altre cose si spiegano” hanno contribuito il promotore del progetto Massimo Tettamanti, il mio produttore artistico Filippo Scrimizzi e il chitarrista Fabio Mittino. La scelta è stata del tutto spontanea: mi sembrava fossero i collaboratori più adeguati professionalmente ed energeticamente per dare vita a questa creazione.

Sappiamo che questa canzone sarà inclusa nel tuo primo EP in italiano. Ci regaleresti un assaggio di ciò che ci attende? Che tipo di immagini e sensazioni vuoi evocare con questo progetto? Che atmosfera vivremo ascoltandolo?

Dalla realizzazione di un singolo brano è nata l’idea di realizzare un Ep in italiano, scelta inconsueta dato che tutte le mie produzioni musicali sono in lingua inglese. Sicuramente le immagini e le sensazioni evocate non si discosteranno di molto da quelle caratteristiche del mio mondo immaginario. Fotografie crepuscolari di una realtà insoddisfacente, dissoluzione d’energia e rabbia in musica, partiture composte per una società scomposta.


Parliamo un attimo dei dj set all’estero. Siamo curiosi di conoscere il tuo legame con Budapest, città in cui torni spesso e stai riscuotendo un grande successo come dj...

Il mio legame con Budapest è nato spontaneamente come dovrebbe essere per tutti i legami. Sono stata contattata e mi sono resa disponibile alla collaborazione. Il mio primo djset in Ungheria è stato particolarmente apprezzato e mi è stato richiesto di partecipare regolarmente come unica dj resident straniera alla serata Postpunk Lovers. Stanno nascendo collaborazioni interessanti anche con altre nazioni del Nord e dell’Est Europa e accolgo le richieste sempre con grande entusiasmo.

Come cambia la tua preparazione e il tuo approccio quando porti la tua musica all’estero, in contesti culturali diversi rispetto alla scena italiana?
 
La preparazione e l’approccio non cambiano. Mi propongo per come sono e ho notato che all’estero la meritocrazia impera a discapito dei favoritismi e delle raccomandazioni. E’ confortante vedere come all’estero siano abituati all’educazione musicale e si dia valore alla qualità. L’Italia dovrebbe evolversi e smetterla di sottostare alle dinamiche televisive e di mercato. I media dovrebbero propagare conoscenza e non privare la società del necessario, intellettualmente parlando. Le Istituzioni dovrebbero propagare cultura e non soffocare le realtà artisticamente valide. Mi rattrista notare come si soprassieda sul fatto che il nulla porti al nulla.



Recentemente hai partecipato sempre come dj all’undicesima edizione del Festival Svizzero del Cinema Queer “Everybody’s Perfect” di Ginevra. Esibirsi in un evento così carico di significato avrà sicuramente avuto un impatto speciale: cosa hai cercato di trasmettere attraverso i tuoi set al pubblico e quale energia hai ricevuto in cambio?

Ho cercato di trasmettere un messaggio di libertà e rispetto e ho ricevuto altrettanto. La musica è un messaggio, come qualsiasi altra forma d’arte. E il mio messaggio è assolutamente in linea con quello del Festival del Cinema Queer “Everybody’s Perfect” di Ginevra. Rispettare se si vuole essere rispettati. Permettere a chiunque di potere esprimere la propria bellezza e le proprie peculiarità e consapevolizzare la società sul fatto che spesso il giudizio e il pregiudizio portano all’involuzione.

La collaborazione con Andy Fumagalli dei Bluvertigo per il remix di alcuni brani tratti dal tuo album "Descending Consciousness" rappresenta un’intersezione interessante tra le vostre identità musicali intense e distintive. Cosa ti ha portata a scegliere Andy per questo lavoro di reinterpretazione, e come descriveresti l'impatto della sua visione artistica sui tuoi brani? Credi che il suo tocco abbia rivelato nuove sfumature delle tracce originali o persino ampliato la percezione che avevi del tuo stesso lavoro?

Conosco Andy da molto tempo e ritengo sia un artista completo, ho sempre apprezzato la sua personalità eclettica e la vena crativa che si esplica in differenti modi. Penso che questo approccio sinestetico all’arte ci accomuni e che l’interazione multisensoriale come conseguenza di un singolo fenomeno artistico possa dare vita ad intersezioni imprevedibili. Sto ascoltando le metamorfosi dei miei brani in corso d’opera che al momento sono bozze di direzione e penso che il suo contributo non solo abbia ampliato la percezione che avevo del mio lavoro, ma mi abbia indotta ad esplorare universi sonori molto vicini ai miei ma che non avevo ancora avuto modo di approfondire.




Il 21 novembre al Teatro a l'Avogaria di Venezia, porterai in scena un evento unico, ideazione e regia di Luca Colferai, in collaborazione con il Maestro Marco Paladin, direttore d’orchestra e di palcoscenico del Teatro La Fenice, e la Compagnia de Calza "I Antichi". Questo spettacolo reinterpreta la tradizione veneziana della "momaria", una forma di rappresentazione che mescola elementi sacri e profani per raccontare eventi storici e religiosi. Il tuo live si fonderà con la musica barocca dell'ensemble Ricercare Antico, e le performance acrobatiche dei giovani artisti del Piccolo Circo dei Sogni di Paride Orfei arricchiranno l’esperienza multisensoriale, coinvolgendo il pubblico in una narrazione che spazia dalla storia della pestilenza del 1631 alla tua musica dark, un crocevia di tradizione e innovazione. Una fusione audace di sonorità apparentemente lontane. L'idea è davvero affascinante. Come pensi che il pubblico reagirà di fronte a una proposta così inaspettata che invita ad attraversare i confini del tempo, il misticismo e la contemporaneità?

Mi auspico che il pubblico sia percettivo e riesca a captare ed apprezzare la contemporaneità di questo progetto. In un periodo di divergenze di varia natura nel quale tradizione ed innovazione, sacro e profano e tanti altri elementi tra loro contrapposti si scontrano, penso che l’arte debba contribuire alla conquista di una condizione di armonia. Anche nel dolore è possibile farlo e questa rappresentazione teatrale, che tratta un dramma a livello storico, permetterà al pubblico di immergersi in un viaggio visivo e sonoro al buio il cui approdo dovrebbe essere la “consonanza”.

Come pensi che il contrasto tra la luce sacra della tradizione barocca e la tenebrosità della tua musica dark possa offrire una riflessione sulle ombre e le luci che abitano l’animo umano?

Si pensa che lo stile barocco sia stato tramandato da pittori che sperimentavano drammatici contrasti di luce e buio oltre a raffigurare scene religiose in contesti profani. La tradizione musicale barocca mirava a suscitare emozioni intense e a colpire l’immaginazione degli spettatori evitando l’Horror Vacui; ciò si traduceva nel creare composizioni ricche e dinamiche, non necessariamente “luminose”. Penso che ci sia una forte connessione tra la mia musica dark e quella barocca e che, anche se avulsi dal contesto della rappresentazione teatrale, i due generi sarebbero in grado di offrire infinite riflessioni sulle ombre e le luci che alloggiano nei meandri della psiche.

Numa, ci hai parlato di un nuovo progetto editoriale che esplora il dolore e il lutto, temi che, pur essendo universali, restano profondamente personali. Ognuno vive queste esperienze in modo unico, e la scrittura può diventare un mezzo per dar voce a emozioni difficili da esprimere. In un momento così intenso, credi che l'arte possa offrire un rifugio, aiutando a dare forma a ciò che sembra sfuggire alla comprensione?

Penso sia dannoso rifuggersi. L’arte non è la risposta nè il rifugio ma rappresenta il mezzo che può aiutare la società ad avvicinarsi alla risposta. Penso ci si debba abituare a convivere con il dolore e che esistano situazioni impossibili da elaborare. L’unica direzione da seguire è quella di dare voce al proprio tormento e metterlo a disposizione degli altri affinche’ possa diventare uno spunto di riflessione costruttiva.

 
Ti va di condividere con noi un passaggio tratto dal tuo nuovo libro che ritieni particolarmente significativo? Una riflessione che, secondo te, racchiude qualcosa di estremamente forte che desideri trasmettere in questo momento?

Da “MODI E-MOTIVI”.
“Ritrovarmi lacerata ma priva di condizionamenti dopo aver consumato e perseguito per coerenza etica un percorso multiforme non ridotto a categorie dal potenziale dicotomico, ossia quelle di emozione e ragione risulta spesso un traguardo, probabilmente ”il traguardo” di ogni mio viaggio che includa manifestazioni dell’anima che prescindano dalla ragione. Realizzare che l’altrui bassa manifestazione del corpo, sia essa prettamente fisica o astratta, e il desiderio istintivo di prevaricazione possano sopraffare le idee più alte e nobili, spesso mi conducono a combattere ogni preconcetto e comprendere l’essenza del reale permettendo un’evoluzione artistica ed interiore. Così come i cigni canori, sacri ad Apollo, al termine dei loro giorni prevedono il bene che troveranno nel ricongiungersi al loro dio si rallegrano, e Socrate loro compagno di servitù gioisce consapevole che nel momento in cui la sua anima si sarà liberata dalle catene del corpo, potrà finalmente tornare alla vera luce (sintesi da: Platone, Il Canto dei Cigni - Fedone, 84e-85b) ugualmente ritrovo forza comunicativa e ispirazione nella fine, destrutturo e decompongo il mio presente nell’ambizione di un futuro entusiasmante, celebro la morte per generare forza vitale. Deflorata, mi nego per concedere la mia prossima verginità all’ennesimo carnefice perseguendo un rituale ossessivo compulsivo all’interno del quale lo sviluppo dello stesso è un’esperienza deformante e demolente ma la fine rappresenta “la consapevolezza” senza la quale non potrei generare bellezza. La consapevolezza è la base del tutto, e il tutto è il fine ultimo”.

Se dovessi scegliere una parola che rappresenta il “cuore” del tuo lavoro artistico, quella che più di tutte ne cattura l’essenza, quale sarebbe e perché?

Consapevolezza. Facendo riferimento all’ultimo passaggio tratto dal mio nuovo libro, la consapevolezza è la base del tutto, e il tutto è il fine ultimo.

Se potessi intraprendere uno scambio creativo con un artista che ammiri, anche se proveniente da un'altra epoca o disciplina, chi sceglieresti e cosa pensi potrebbe nascere da una collaborazione così unica?

Sceglierei Dio e gli chiederei di spiegarmi la malvagità, l’ingiustizia, la violenza ed ogni manifestazione di turpitudine. Lo inviterei a collaborare per ridisegnare un mondo migliore.


Grazie Numa per aver dedicato del tempo a parlare con me! Ti auguro tanto successo per tutti i tuoi nuovi progetti.

Di seguito riportiamo tutti i link ufficiali dove poter seguire Numa Echos: 


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